Data: 26/11/2013
Autore: Elena Muzzioli
Sono le 13.30 di sabato 3 agosto 2013 e mi ritrovo con la mia squadra sul Monte Calvanella: questa è la mia prima esperienza di Avvistamento Incendi Boschivi.
Dopo il corso teorico e l’esercitazione pratica fatta a Marzaglia, ora è tempo di usare cartina, goniometro, binocolo e tanta pazienza perché il caldo è davvero insopportabile anche da quassù.
La squadra è pronta e alle 14 la sala operativa comunica l’inizio delle operazioni contattando per radio tutti i punti di avvistamento fissi e mobili che rispondono confermando posizione e dati sulla visibilità.
Ad ogni associazione è assegnato un punto di avvistamento specifico dal quale ogni sabato e domenica le varie squadre fanno sì che “le montagne abbiano occhi” attraverso i quali prevenire gli incendi: se dovessimo avvistare del fumo, avviseremmo subito la sala operativa che comincerebbe la sua opera di regia guidando i mezzi verso l’incendio.
Tutti a turno scrutiamo attentamente l’orizzonte col binocolo per tutto il pomeriggio.
Per fortuna, oggi è andata bene: a Marano si è verificato un incendio di sterpaglie vicino ad una casa ma senza conseguenze.
Sono le 19 e il nostro turno è finito.
Mentre diamo l’ultimo sguardo intorno, stanchi e accaldati, immagino che il monte Cimone alle mie spalle dica: «Che grandi occhi che hai!».
Sorridendo penso: «Per guardarti meglio!».