Una presenza storica di Modena

A colloquio con Vittorio “senzatetto” per scelta

Incontriamo Vittorio alla stazione dei treni, durante una delle prime uscite per l’Emergenza freddo. Vittorio ha 65 anni e ha iniziato da poco a percepire la pensione di anzianità. Risiede a Modena dal 1988 ed è più o meno da quell’anno che è senza fissa dimora.

Cosa ti ha portato ad essere un “senzatetto”?

«Fino ai 45 anni la mia vita è trascorsa in maniera normale e ho lavorato regolarmente, poi è arrivato un periodo buio. Da allora ho sempre vissuto in strada. Ogni tanto ho svolto qualche lavoretto, ma niente di stabile».

Perché hai scelto di continuare con questo stile di vita?

«Mi definisco una persona senza particolari ambizioni, ma soprattutto non voglio essere schiavo di nessuno e non mi piace che mi si dica quello che devo fare. È per questo motivo che, in fondo, questa vita mi piace. La mia è semplice: mi accontento di pochissimo e cerco di andare d’accordo con tutti».

Come passi le tue giornate?

«Sarebbe meglio dire come passo le mie “nottate”, perché io la notte non dormo. La passo qui in stazione, in compagnia degli altri come me. Poi, verso le 5 del mattino, vado al forno a prendere la focaccia e me la gusto ancora calda. Più tardi vado nella parrocchia di S.Pietro dove mi ospitano e lì dormo durante il giorno».

Ricordi di qualche episodio singolare che ti è capitato?

«Sì certo. Mi ricordo di quando mi sono addormentato dentro la biblioteca Delfini. Quando, alla sera tardi, mi sono svegliato e mi sono mosso, è scattato l’allarme e in poco tempo sono arrivate due auto della Polizia. All’inizio non è stato facile spiegare quello che era successo, ma alla fine li ho convinti ed è stato anche divertente».

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