Inverno bagnato. Volontari continuamente impegnati, tra emergenze e viglianza.

Fiumi irrequieti

Cinque mesi di allerta per i nostri operativi alle prese con precipitazioni al di sopra della media del periodo.

Come al cuore anche al tempo non si comanda e le allerte e gli interventi dei volontari della protezione civile non si contano. Da ottobre 2014 e fino alla primavera 2015 vi è stato un lungo elenco di emergenze e fasi di allerta che hanno impegnato i volontari del gruppo comunale di Modena per tenere sotto controllo milioni di metri cubi di acqua.

I primi interventi registrati sono quelli del mese di ottobre: dopo intense precipitazioni, durate oltre 2 giorni, in Liguria si verifica l’esondazione di una decina di torrenti.

I fiumi principali che hanno esondato sono: Bisagno, Sturla, Fereggiano, Noce e Torbella con danni incalcolabili, feriti e una vittima. Dopo due giorni, il 12 ottobre, 5 volontari modenesi partono a supporto delle operazioni di protezione civile del posto.

Il maltempo dopo la Liguria flagella anche l’Emilia, in particolare la provincia di Parma con l’esondazione del Baganza il 13 ottobre.

A questo punto prosegue su due fronti l’intervento dei nostri volontari: le squadre inviate a Parma iniziano il loro intervento mentre prosegue la nostra attività anche nella colonna mobile della Regione Emilia Romagna a Genova.

Il Baganza, che è il torrente che attraversa parte della città, esonda portando acqua e fango in molti quartieri: l’allagamento causa danni ingenti come il blackout delle linee telefoniche regionali.

Il 14 ottobre partono altre 3 squadre di volontari modenesi con motopompe e materiale per la pulizia da fango e detriti.

Finite le operazioni di ripristino a Parma la tregua del bel tempo viene rotta a novembre: sono il Secchia ed il Panaro a mettere in fase di allerta il gruppo comunale.

I livelli dei due fiumi raggiungono quota 8 metri, i ponti vengono chiusi e per quasi una settimana i volontari tengono sotto controllo gli argini con turni di monitoraggio: varie ondate di piene costringono il Po a sostenere il transito nella nostra regione di un’importante quantità di acqua.

Le intense precipitazioni sugli affluenti alpini e appenninici non si fermano, le aree golenali si allagano e l’attenzione della protezione civile ora si sposta sul grande fiume.

È nella giornata del 17 novembre che un importante fontanazzo nel tratto arginale di Boretto esige l’intervento di oltre 100 volontari delle province limitrofe, tra cui 3 squadre del gruppo comunale modenese.

Fino a tarda notte i volontari sono impegnati a costruire una grossa coronella con oltre 1500 sacchi di sabbia.

Nei giorni a seguire sarà proprio quella coronella a tener sotto controllo il fontanazzo e far rientrare la fase di allerta fino al transitare definitivo della piena.

Con l’inverno e l’arrivo della neve la situazione dei fiumi torna sotto controllo ma a primavera riprendono abbondanti piogge, che assieme allo scioglimento della neve in appennino riaprono la fase di allerta nei fiumi Secchia e Panaro.

Il gruppo comunale per 2 giorni tiene sotto controllo i due fiumi che hanno la caratteristica di essere fra i grandi “immissari” del Po.

Per sicurezza vengono chiusi i ponti, controllate alcune infiltrazioni sulla rotatoria di San Pancrazio e vengono monitorati gli argini, compreso quello di San Matteo, il tratto che a gennaio 2014 rompendosi causò una delle più gravose alluvioni della bassa modenese.

Ora con l’arrivo della “stagione secca” il gruppo sta continuando gli addestramenti, che saranno necessari per affrontare una nuova stagione delle “piogge”.

Buona ‘secca’ a tutti.

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