Al via la la campagna di Accoglienza Invernale per i senzatetto

Con l'inizio di novembre è ufficialmente partita la campagna di Accoglienza Invernale per i senzatetto che impegnerà il nostro Gruppo fino alla fine di marzo.

Un appuntamento che ormai da diversi anni ci vede coinvolti, insieme ad altre realtà del volontariato modenese, a favore di tutte quelle persone che per svariati motivi hanno nella strada la loro attuale dimora ed il loro orizzonte di vita. Perché l’esperienza di questi anni ci racconta che mentre per i senzatetto stranieri la motivazione è quasi esclusivamente economica, per gli italiani, invece, è quasi sempre una rottura traumatica all’interno del proprio sistema di relazioni (una separazione, un allontanamento dei figli, un lutto) o la perdita del lavoro (sia come dipendenti che come piccoli artigiani o imprenditori) vissuta come il venir meno della propria aspirazione a sentirsi realizzati ed utili per la società. La motivazione economica subentra soltanto in un secondo tempo, come naturale conseguenza.

Assistere la popolazione è certamente uno dei compiti più nobili della Protezione Civile, ma nel caso di questo particolare servizio, che conosciamo familiarmente come “Emergenza Freddo”, assume una valenza ancora maggiore perché concretizza e richiede una sensibilità in più rispetto ad altre e più tradizionali forme di intervento.

La capacità di “stare vicino” con discrezione, di non imporre soluzioni dettate magari dal nostro buon cuore che fatica ad accettare le situazioni che incontriamo; “esserci” anche soltanto con il nostro silenzio, come quando incontriamo persone profondamente addormentate nei loro poveri giacigli. Sapere ascoltare le storie che a volte ci raccontano, anche quando mischiano e confondono pezzi importanti delle loro vite e quando ci vengono esplicitati, sapere raccogliere e segnalare richieste e bisogni. In altre parole, essere solo “punti di riferimento” attenti e discreti.

Le nostre squadre che ogni venerdì notte visiteranno i luoghi della città dove sappiamo esserci persone che dormono all’aperto, attraverso l’offerta di una coperta, una bevanda calda, lo scambio di una parola quando è accettato e ricambiato, non realizzano una forma di “soccorso” ma di “vicinanza umana” nella consapevolezza che il rimanere sulla strada o in sistemazioni non opportune, provoca nel tempo disturbi mentali che se non contrastati entro il primo anno, lasciano segni difficilmente reversibili. Per cui c’è sempre in noi la segreta speranza che qualcuna di queste persone alla fine decida di entrare in uno dei programmi che in questi anni l’Amministrazione comunale ha elaborato ed affinato per farli uscire dalla strada ed avviarli su un percorso di ricostruzione della loro vita. Percorsi che vedono riunite, in un’efficace e consolidata collaborazione sinergica, unità di strada professionali, presenti da due anni anche a Modena, unità di strada volontarie (oltre al nostro gruppo ci sono Croce Blu, Croce Rossa, Agesci, Porta Aperta, Vivere Sicuri, Fratres Mutinae, AVS, sportelli sociali del Comune di Modena, Centro Stranieri, il Sert, il Servizio di Salute Mentale e varie altre realtà.

Quest’anno l’inizio della campagna ha, per molti di noi, un sapore di particolare tristezza perché per la prima volta dopo molti anni non ci sarà Paolo Pellacani, “Paolone”, che del settore Assistenza alla Popolazione è stato organizzatore, animatore e referente grazie alle sue indubbie capacità e sensibilità umane. 

“Paolone” ci ha lasciati da poco ma il Direttivo ha individuato in Lorenza Merighi la persona più adatta per continuare ad animare questo delicato ed importante servizio. E’ proprio a Lorenza, che abbiamo voluto rivolgere alcune domande.

Lorenza, cosa rappresenta per te il servizio di “Accoglienza invernale” che peraltro ti ha visto protagonista in tutti questi anni?

 “Mah, all’inizio mi sono interessata perché io lavoro in ospedale e avevo iniziato come aiuto infermiera, poi avevo già lavorato con anziani, disabili, tossicodipendenti, ecc. Adesso faccio l’impiegata, e quindi sono completamente fuori dal sociale; dunque mi mancava un po' ed era un modo per ritornare ad approcciarmi a questa attività che mi ha sempre stimolata, interessata ed aiutato a mettermi in discussione”

Questa è la prima campagna senza Paolo Pellacani. Quali sentimenti in questo momento?

"Non è semplice. Non è semplice perché lui, come ha detto Rosella, ha costruito questo servizio e ci credeva ed era parte integrante proprio del suo essere. La cosa principale che aveva imparato e maturato è stata proprio il mettersi in discussione davanti a persone completamente diverse per vissuto, cultura, religione, di vissuto, ecc., E ci aveva insegnato a non farci dei preconcetti sulle persone. Tanto che, quando gli capitava di farlo, era il primo che si metteva in discussione e chiedeva scusa. Insomma, questo credo che sia il messaggio più importante che lui ci ha lasciato”.

Come pensi di organizzare e gestire questo servizio che ora è stato affidato alle tue cure?

Come ho detto prima in riunione, mi piacerebbe cercare di avere delle serate in cui tirare fuori le sensazioni, le idee, l’impatto; indagare i sentimenti e le sensazioni, soprattutto negli operatori che si accostano per la prima volta a questo servizio, e lavorarci sopra sia con che senza gli psicologi. Sono semplicemente delle considerazioni che possono fare crescere ognuno di noi”.

Buon lavoro, Lorenza!

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