L'Aquila, un anno dopo: il racconto dei volontari.

Data: 01/04/2010
Fonte: La Repubblica
Tag: abruzzo terremoto 

ROMA - La vita sa come voltarti le spalle, da un momento all'altro. Anche con un terremoto. Fu così, per decine di migliaia di persone, quella notte fra domenica 5 e lunedì 6 aprile di un anno fa. Ma quel sisma ha anche acceso l'animo solidale del Paese e lo si è visto con le migliaia di volontari organizzati accorsi a poche ore dalla catastrofe. Per ricordare quella tragedia, Repubblica.it e Il Centro hanno in programma numerose iniziative. E oggi il nostro sito lancia l'invito a quanti sono stati coinvolti nella complessa macchina del volontariato dopo il sisma. Vogliamo raccogliere i racconti di chi andò a L'Aquila per aiutare i cittadini.

ECCO COME MANDARE TESTIMONIANZE E VIDEO

Quelle giornate - segnate dalla morte di 308 persone, dalle devastazioni nella città, nelle sue 12 frazioni e in decine di comuni- sono anche da ricordare per il "miracolo" di una solidarietà compatta, organizzata ed efficiente, che i volontari organizzati dalla Protezione Civile hanno saputo mostrare. Nell'arco di 48 ore, infatti, nelle zone colpite erano già operative 4.500 persone pronte e addestrate all'emergenza, provenienti da ogni parte del Paese, che hanno raggiunto un picco di 9.000 nei momenti di massimo bisogno, nei campi d'accoglienza che via via si andavano creando. Nei 9 mesi successivi al terremoto, si è calcolato che a L'Aquila e in Abruzzo sono intervenuti oltre 75.000 volontari. Tutta gente che arrivava dalle esperienze più varie: 4000 associazioni riconosciute dalla Protezione Civile impegnate nei settori più vari e capaci di aggregare persone medici, ingegneri, falegnami, infermieri, animatori, autisti, cuochi. Un esempio fra tutti, quello delle Contrade senesi, che inviarono cuochi abituati a cucinare per migliaia di persone.


Il meccanismo del volontariato della Protezione Civile ha una storia cominciata 44 anni fa, con gli "angeli del fango", che accorsero da tutta Italia dopo quel tragico 4 novembre dell'alluvione di Firenze. Fu una corsa spontanea di migliaia di giovani verso quel fiume che travolse e seppellì secoli di cultura, senza però che nessuno di loro sapesse chi avrebbe garantito loro cibo e alloggio. Fu però proprio quella la prima testimonianza di come nel nostro Paese esista una diffusa anima solidale e coraggiosa, capace di mobilitarsi e offrire, senza nulla in cambio, ciò che ha o sa fare.

Da quell'esperienza è maturata una cultura dell'emergenza e dell'assistenza che ha portato oggi la nostra Protezione Civile (al netto dei guai nei quali s'è cacciata ultimamente, anche per effetto di leggi troppo attente all'operatività e poco ai controlli) ad essere considerata comunque tra le migliori del mondo. Oggi il Dipartimento può contare su una platea di circa 800 mila persone, aderenti alle circa 400 associazioni di volontariato, nazionali e locali, riconosciute. Sono 250 mila le persone mobilitabili. A tutte dedichiamo questo spazio.

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