Profughi alle porte, è conto alla rovescia

MODENA. Il conto alla rovescia è ormai iniziato. L'emergenza profughi bussa alle porte della nostra regione, della nostra provincia, del nostro comune: già pronti ad accogliere circa 80 immigrati provenienti dal bacino del Mediterraneo, Comune e Provincia di Modena restano in attesa che dal Governo venga ufficialmente varato un piano di interventi nazionale. Questione di ore. Un decreto nel quale la disponibilità offerta dal presidente della Conferenza delle Regione, Vasco Errani, si traduca possibilmente in contributi economici: spese di gestione dell'emergenza che le Regioni non possono accollarsi e che dovrebbero passare per le casse del Governo. Riunioni su riunioni. A Bologna e a Roma: tavoli ministeriali nei quali individuare la migliore strategia per intervenire.

Anche l'Emilia-Romagna ha dato l'adesione a collaborare al piano nazionale di emergenza umanitaria che il Governo si è impegnato a predisporre, così come richiesto dal Capo dello Stato, per dare una risposta agli sbarchi dalla Libia. L'assessore regionale alla protezione civile, Paola Gazzolo, a nome della Giunta regionale, sottolinea che «la posizione unanime delle Regioni è quella di lavorare insieme ad Anci e Upi per dare un contributo, proporzionato al numero di abitanti, all'emergenza profughi. Quando saremo di fronte al piano, che prevederà anche le risorse necessarie, lavoreremo in piena sintonia con i Comuni e le Province e collaboreremo con le Prefetture che saranno direttamente investite dal Governo». In pratica gli smistamenti degli immigrati che sbarcano sulle nostre coste (appena ieri il presidente del Senato, Renato schifani, ha parlato di Lampedusa come di un'isola che «scoppia») saranno proporzionati alla densità abitativa dei territori di accoglienza. L'assessore regionale aggiunge che l'emergenza «riguarda profughi e non clandestini, tanto è vero che nel corso del confronto con il Governo, è stato anche deciso che all'Emilia-Romagna, già sede di due Cie, non verrà richiesto alcun ulteriore impegno per quanto riguarda arrivi dalla Tunisia o da altri Paesi».

Posizioni riprese con tenore diverso anche dalla Lega Nord regionale, che teme «una vera e propria invasione», proponendo accoglienza solo per i profughi di guerra e annunciando un viaggio di Maroni in Tunisia, «per evitare un esodo di massa da quello Stato». Modena comunque appare già pronta. Nel caos che regna, le prime certezze: ad occuparsi dell'emergenza sarà la Protezione civile che, nel corso di un censimento alla ricerca di luoghi idonei, ha individuato nel modenese due strutture. Come anticipato nei giorni scorsi dalla Gazzetta, e confermato dagli assessori alla Provincia e al Comune Stefano Vaccari e Francesca Maletti, due edifici da 40 posti ciascuno, in muratura, attrezzati di cucina per l'autogestione nella preparazione dei pasti e dislocati fuori dal territorio comunale, in due Comuni della provincia. I primi spostamenti sono già iniziati ieri. É stata la regione Puglia del governatore Nichi Vendola a vedersi recapitati le prime ondate di profughi. Un'operazione non senza polemiche (Vendola ha scritto una lettera al ministro degli interni Roberto Maroni, nel quale denuncia le gravi condizioni al Cara di Bari), che ha il sapore di una marcia di avvicinamento ai centri di accoglienza settentrionali. Modena compresa.

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