Osservatorio Geofisico di Modena: un gioiello da scoprire

Data: 09/04/2022

Autore: Daniele Montorsi 

Nel Ducato Estense le prime osservazioni astronomiche risalgono al XVII secolo e nel tempo si sono sviluppate e perfezionate al punto che, nel 1826 il Duca Francesco IV istituiva nel torrione di levante del Palazzo Ducale, l'Osservatorio Astronomico, un piccolo gioiello che sabato 9/4 abbiamo potuto visitare grazie alla perfetta organizzazione del nostro Settore Iniziative che ringraziamo per questa bella opportunità.

Dunque l'Osservatorio nasce come Astronomico ma da subito, con una caratteristica molto particolare che ne caratterizzerà l'evoluzione nel tempo. Infatti, oltre alle osservazioni degli astri, venivano annotate anche le condizioni meteorologiche (temperature medie, precipitazioni, ecc.) che erano regolarmente rilevate ogni giorno alle ore 8, 14 e 19 iniziando quella serie storica meteoclimatica di Modena che, sia pure con strumenti totalmente diversi e rilevazioni in tempo reale, continua tuttora.

Per cui, quando dalla seconda metà dell'800, lo sviluppo urbanistico di Modena con la conseguente diffusione dell'illuminazione (e il relativo "inquinamento luminoso") rese impossibile la prosecuzione cittadina delle osservazioni astronomiche e più utile il loro spostamento in zone più periferiche del nostro territorio, fu facile per l'Osservatorio mutare pelle.

Grazie all'impulso di Domenico Ragona, Direttore dal 1863, divenne "Osservatorio Metereologico" continuando quella "striscia" di rilevazioni meteo che, praticamente ininterrotta nei decenni, disegna una sorta di "carta d’identità" del clima di Modena dal 1860 a oggi, il cui valore scientifico è stato riconosciuto anche dal V.M.O. (Organizzazione Metereologica Mondiale) con l'attribuzione al nostro Osservatorio, del titolo prestigioso di "Stazione Centenaria".

Attualmente le osservazioni interessano vari altri aspetti meteorologici, geofisici e ambientali giustificando così l'attuale nome di Osservatorio Geofisico, ma rimane questa sua caratteristica di continuare ad esistere, operare ed eseguire le misurazioni nel medesimo sito di origine: un unicum nel panorama italiano ma non solo.

Muoversi all'interno del torrione meridionale, arrampicarsi lungo le scale che ne collegano i piani, osservarne le gigantesche travature ed infine affacciarsi nei vari locali che un sapiente restauro ha restituito all'originario sobrio splendore, è veramente come fare un immaginario viaggio nel tempo dove moderne strumentazioni, convivono perfettamente con reperti del passato come un elegante pluviometro in metallo a forma di anfora, con tanto di beccuccio e relativo rubinetto o  un telescopio ottocentesco di Giovan Battista Amici, altro nostro illustre concittadino.

Un viaggio alla continua riscoperta delle nostre radici e della necessità di custodire la nostra storia e il nostro territorio.

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