Nubifragio sulla Città (2)

Canalchiaro fiume in piena, S. Agostino un lago
Nella parte bassa del centro storico con l'asfalto "a schiena d'asino" l'acqua si è incanalata ai lati ed ha inondato i negozi e scantinati. Tombini intasati, negozianti a ricacciare con scope la 'piena', danni ingentissimi.
Canalchiaro, come un fiume in piena. Largo S. Agostino, come il lago "Balaton". Va beh che quello di ieri pomeriggio è stato un nubifragio con tanto di grandine a "valanga", ma la così detta "parte bassa" della città ha mostrato tutti i limiti di una rete fognaria che non funziona.
Non "tira", come si dice in gergo, non riesce a scaricare l'acqua a catinelle che piove dal cielo. Senza trascurare il fatto che i tombini ai lati della sede stradale di Canalchiaro, per cominciare dalla zona diventata ieri la più allagata di Modena, per lo meno per quanto riguarda il centro storico, erano in gran parte ostruite dal fogliame mai asportato dalla manutenzione e che nessun addetto è intervenuto per sollevarle dalla loro sede in modo da liberare la fogna. Particolare tutt'altro che trascurabile poi quello dell'asfaltatura di Canalchiaro fatta a "schiena d'asino" così che l'acqua defluisce da entrambi i lati.
Com'è successo ieri dalle 18,30 in poi quando la strada, meglio i lati della strada quelli a ridosso dei portici, si sono trasformati in autentici fiumi in piena. «Abbiamo dovuto liberare noi i tombini e con scope e quant'altro respingere l'ondata d'acqua che ormai era sotto al portico e stava entrando in negozio», spiega ancora affannata la farmacista della "Beata Vergine della salute".
Ma c'è chi sta peggio: la tabaccheria all'angolo con via San Salvatore, come del resto il bar "Calypso" accanto, sono stati completamenti inondati d'acqua. «La merce sugli scaffali bassi è tutta da gettare», spiegano sconfortati i due commercinti. Sott'acqua anche l'erboristeria "Canalchiaro". In conto bisogna mettere anche i numerosi scantinati della strada, alcuni dei quali sono sotto il livello della sede stradale. La cosa che più ha impressionato è stata la caduta della grandine che arrivata dopo la copiosa pioggia ha come "innevato" tutta la strada. A tarda ora, ieri sera, ve n'erano ancora mucchi soprattutto agli angoli delle laterali.
«Non si può continuare ad andare avanti in questo modo. L'amministrazione deve fare qualcosa, cambiare l'asfaltatura della strada, ma soprattutto rendere efficiente la rete fognaria», brontola un commerciante chiedendo l'anonimato mentre raggiunge la sua auto, parcheggiata all'angolo con via Ruggera nel bel mezzo del laghetto che si è creato e che fa arrivare l'acqua fino all'altezza del predellino. La situazione non è tanto diversa nell'altro "punto basso" del centro storico, piazzale S. Agostino. La piazza è un lago con l'acqua alta che copre l'alto marciapiedi che corre davanti a palazzo dei Musei. Sono finiti "inondati" i negozi del palazzo dove era la sede dell'ex Dc. Gibellini onoranze funebri, il negozio di bomboniere e l'altro accanto.
Anche qui i tombini fognari non hanno "tirato" per nulla, anche qui gente che ha cercato di salvare il salvabile collocato negli scaffali bassi. Ovunque in centro pacchi di giornali a terra a cercare di assorbire l'acqua che poca o tanta è filtrata in ogni modo.
C'è anche chi rientra a casa e cerca di aprire il portone di casa in piazza Erri dove finisce Rua Muro. Girata la chiave, trova una certa resistenza nello spingere il portone, poi una spinta più forte ed esce un fiume d'acqua, quella che s'era raccolta come in un catino nel cavedio. Piedi bagnati e fondo dei calzoni pure, qualche moccolo e poi di corsa in casa a cambiarsi.
Intanto verso le 20 il centro comincia a risuonare di rumore. Sembra quello di macchine agricole. Sono i motori delle pompe aspiranti che qualcuno aveva in cantina, altri si sono fatti portare da amici o conoscenti quando non da ditte specializzate. «Ho la cantina completamente allagata, addio lambrusco, ma questo lo posso ricomprare. Mi spiace soprattutto per alcune bottiglie di vino pregiato che avevo comprato alla fiera di Verona un mese fa, queste non me le posso più permettere», spiega un residente di Corso Adriano, anche questa andata sott'acqua da via Gallucci - dov'è stata riempita d'acqua anche l'edicola all'angolo - fino a Largo Porta Bologna.
Oggi, con la luce del giorno, speriamo del sole, si conteranno i danni, in particolare quelli da infiltrazione. E non saranno pochi, soprattutto nei granai delle case, ma anche più in basso, perché dicono gli esperti "molta acqua è entrata anche attraverso le canne fumarie".
Una volta a Modena in centro c'erano i canali. Una volta Modena aveva la darsena. Ieri Modena Centro è tornata ad essere per parecchie ore quella del secolo scorso, una laguna che per un po' assomigliava a quella più celebre di Venezia.

Contenuti collegati

Questo contenuto è stata visualizzata 1071 volte