Un viaggio nella Modena degli ultimi, tra in senzacasa

C’è chi è entrato nel tunnel della droga, chi lo fa per scelta e chi in un sacco a pelo c’è finito perchè ha perso il lavoro. E poi ci sono loro, gli angeli della notte

Fanno parte di diverse associazioni, tutti volontari. Ogni sera da fine novembre a marzo girano la città per portare un te caldo e qualcosa da mangiare ai senzatetto. Tutte le sere, 7 su 7, organizzati in gruppi di almeno 4 persone arrivano nelle zone più difficili della città per portare un sorriso, una brioches, una parola. Il nostro viaggio in compagnia di Lorenza, capo squadra. Nando, Rosa e Maurizio inizia poco dopo le 22 con la prima tappa al forno Vg in via Gazzotti a Modena dove c’è chi dona i suoi prodotti da forno per i senzatetto.

La prima tappa è nei pressi della parrocchia di San Lazzaro dove incontriamo Ernesto, finito in strada dopo aver perso il lavoro. In questi giorni trova riparo in un piccolo corridoio dei saloni parrocchiali.

Salutiamo Ernesto ed andiamo in via Mascagni dove il signor Valli dorme nella sua auto, una fiat Tempra targata Bologna non funzionante da anni. Questa è la sua casa. Sta già dormendo però e allora gli lasciamo qualche confezione di tonno e alcuni crakers sul cofano.
Torniamo sulla gip della protezione civile e arriviamo in zona autostazione. Nella macchinetta per le fototessere vive Lucy. Ha poco più di 50 anni, ha girato l’Italia e da qualche mese è tornata a Modena. Non ha voglia di parlare, apre il telo nero per prendere un pezzo di pizza e ci saluta.

Ultima tappa, la più problematica, quella della stazione dei treni.
Incontriamo una decina di persone nei sottopassaggi. Alcuni dormono, nei loro sacchi a pelo, altri fanno due chiacchiere cercando di non pensare al freddo. Molti di loro sono tossicodipendenti e vivono di espedienti. In diversi sono in carico a Porta Aperta o al centro stranieri. Ringraziano i volontari, e anche noi ci allontaniamo dalla stazione, che durante la notte, diventa terra di nessuno…

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