L'Europa ostaggio del caldo record

Da giugno si è entrati nella fascia di temperature che si sta prolungando in maniera del tutto eccezionale
Data: 12/08/2003
Fonte: Emilianet
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Si rafforza e allarga il suo raggio d'azione. L'onda calda che dall'inizio di maggio è andata crescendo sull'Italia non accenna a incrinarsi. Anzi. Adesso la pressione si estende all'Europa del Centro-Nord. In Gran Bretagna è stato battuto il record storico del caldo: quasi 38 gradi, abbastanza da spingere 15 milioni di inglesi in fuga verso la campagna. Il Danubio, che l'anno scorso in questi giorni strabordava seminando il panico in mezza Europa, è in secca. All'asciutto anche i fiumi francesi, mentre a Parigi per trovare un momento di refrigerio i turisti hanno cercato rifugio nelle catacombe e nelle chiese. E gli incendi che cominciano a creare preoccupazione nelle regioni meridionali italiane hanno già provocato un disastro in Spagna e in Portogallo.

"E' una situazione del tutto anomala sia per l'estensione della zona interessata che per la durata del fenomeno", spiega Michele Colacino, direttore dell'Istituto di fisica dell'atmosfera del Consiglio nazionale delle ricerche. "Nel 1996 ho fatto uno studio specifico sulla durata di queste ondate di calore. E' risultato che la media sono 15 giorni, con punte massime di 20-22 giorni. Stavolta siamo a quota due mesi: tre volte più dei picchi".

In realtà anche maggio non ha scherzato: a Roma è stato il mese più caldo da oltre 200 anni, con tre gradi sopra la media. Ma solo con l'inizio di giugno si è entrati nella fascia record di temperature che si sta prolungando in maniera del tutto eccezionale.
"Il monsone, che a sua volta è regolato dalla differenza di temperatura tra la terra e il mare, ha spinto l'area di alta pressione a una distanza notevolissima: il fenomeno è dilagato senza incontrare resistenza fino all'Europa del Nord", continua Colacino. "In pratica l'anticiclone africano si è fuso con il tradizionale anticiclone delle Azzorre creando un'unica area di alta pressione che va dal Nord Europa alla sponda africana del Mediterraneo. La circolazione atmosferica su tutta questa zona, con la beve e parziale eccezione di pochi giorni fa, è completamente bloccata".

Una situazione che oltretutto arriva a conclusione di una stagione secca. Sul Mediterraneo il 75-80 per cento delle piogge cade durante il periodo che va da novembre ad aprile. E secondo i dati del Cnr proprio in questo periodo in molte aree dell'Italia del Nord le precipitazioni sono state pari a circa un terzo della media. Le falde non si sono ricaricate a sufficienza e il terreno ha finito per indurirsi. A questo punto è scattato il periodo abituale di alta pressione, cioè di mancanza di piogge, che si sta protraendo in maniera anomala.

Fino a quando durerà? Secondo l'Iri (International Research Institute for Climate Prediction), un istituto finanziato dalla Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration) e dalla Columbia University di New York, l'ondata di temperature più alte del normale in Europa si protrarrà probabilmente fino a dicembre, soprattutto sul Mediterraneo centro-occidentale.

L'Iri considera probabile che tra agosto e ottobre le temperature medie siano al di sopra del normale in quasi tutta l'Europa e in particolare sull'area mediterranea e nel Nord della Gran Bretagna. Da ottobre a dicembre temperature medie al di sopra del normale nel Nord e nel Sud Europa e in particolare nell'area del Mediterraneo centro-occidentale. Quanto alle piogge, scarse precipitazioni sono probabili solo su limitate aree dell'Europa meridionale: tra agosto e ottobre si ipotizzano piogge al di sotto della media per la penisola iberica occidentale, mentre tra ottobre e dicembre si dovrebbe rientrare in tutta l'Europa all'interno dei valori normali.

"Sono valutazioni da prendere con grande cautela", aggiunge Colacino. "Le dinamiche dell'atmosfera sono troppo complesse per consentire previsioni precise a mesi di distanza. L'analisi dell'Iri fotografa un andamento che potrebbe mutare all'improvviso anche come conseguenza di un fattore geograficamente lontano, ma connesso all'area europea grazie ai complessi meccanismi della macchina climatica".
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