Caldo record. Monsone tropicale investe l'Emilia

Massima allerta della Protezione civile. Clima torrido fino a sabato
Data: 07/08/2003
Fonte: Varie
Tag:
La Protezione Civile dell'Emilia-Romagna ha allertato tutto il sistema regionale (Prefetture, Province, Comuni, Vigili del Fuoco, Corpo Forestale ecc.) a causa dell'ulteriore aumento di temperature atteso fino a sabato. In base ai dati del servizio meteo regionale infatti, sono previste temperature massime di 38-41 gradi con umidità attorno al 25-40% nell'arco diurno e al 90-100% in quello notturno.

Più alti gli indici di calore atteso (che misurano il caldo percepito dall'organismo) che si aggirano sui 41-44 gradi. Il responsabile regionale della Protezione Civile, Demetrio Egidi, ha precisato che lo stato di allerta riguarda i territori di pianura ed esclude invece la costa e la fascia appenninica. Le raccomandazioni per i cittadini, in particolare anziani e bambini, non sono nuove ma vengono comunque ribadite: evitare prolungate esposizioni al sole, soprattutto dalle 12 alle 17, perché possono provocare malesseri; bere molta acqua; privilegiare cibi ricchi di sali minerali, come frutta e verdura.

Il caldo record durerà fino a settembre

Chi sperava in una tregua del caldo si rassegni. L'afa non solo non lascerà l'Italia nei prossimi giorni ma è addirittura destinata a permanere fino a settembre. La causa: un intenso monsone proveniente dall'Africa saheliana. Un'insieme di combinazioni climatiche che sta determinando una tra le cinque situazioni peggiori degli ultimi 150 anni.
E' questo l'esito, per niente confortante, dell'analisi effettuata dai ricercatori dell'Istituto di Biometeorologia del Cnr di Firenze (Ibimet). "Forti piogge sull'Africa sub-sahariana - spiega il direttore dell'Ibimet, Giampiero Maracchi - comportano una diminuzione delle precipitazioni e una intensificazione del caldo sul Mediterraneo, e in particolare sulle coste nord. In altre parole, è come se il clima del deserto si spostasse verso di noi".
A detrminare le temperature "africane" di questa estate dunque sarebbe l'intensa quantità di piogge (di gran lunga superiori alla media del periodo) che dalla fine di giugno si sono registrate nella zona sub-sahariana. In pratica è come se l'equatore meteorologico si fosse spostato quasi 20 gradi più a nord della norma, con il risultato che dall'Atlantico non scorrono più perturbazioni alle latitudini della penisola iberica ed italiana. Sul Mediterraneo nord occidentale, dunque, si crea un'area di forti pressioni che impedisce la formazione delle nuvole, e conseguentemente dei temporali.
"In quest'area - spiega l'esperto - cade infatti, l'aria calda che sale dal sud del Sahara che, comprimendosi, si riscalda e porta le temperature a valori molto elevati, fino a superare i 40 gradi sulle aree di terra. Una situazione che può essere considerata tra le 5 peggiori degli ultimi 150 anni, destinata a ripetersi".
"Le previsioni - sottolinea Francesco Meneguzzo, ricercatore dell'Ibimet - indicano per i prossimi anni e decenni un aumento progressivo del monsone estivo sull'Africa occidentale come conseguenza diretta del cambiamento climatico e quindi una graduale soppressione delle perturbazioni alle latitudini del Mediterraneo occidentale".
La previsione dunque è che nell'immediato futuro le estati dalle nostre parti somigliaranno più a quelle del deserto che a quelle mediterranee che eravamo abituati a conoscere. Ma il rapido riscaldamento del Mediterraneo pone ulteriori rischi per l'autunno in termini di alluvioni: le coste orientali delle penisola iberica, quelle nord della Francia, il nord Italia, la Sardegna e i Paesi al di là delle Alpi potrebbero essere colpiti da violente acquazzoni.
Questo contenuto è stata visualizzata 667 volte