Brucia fabbrica di materie plastiche

Esplosione e rogo distruggono la Green Star. Timori per esalazioni.
Data: 19/04/2003
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Erano le 21 di ieri sera quando un'esplosione ha scatenato l'incendio. Per ore, fino a notte fonda, le fiamme hanno divorato la Green Star di via Bulgaria, fabbrica di estrusione di materiale plastico. E per ore un fumo denso e nero ha invaso la città in direzione ovest, alzandosi greve e minaccioso dalla zona industriale di San Matteo. Così lo stabilimento, orgoglio di una famiglia di imprenditori modenesi, si è afflosciato su se stesso, sotto gli occhi atterriti e lucidi dei titolari, che operano nel settore da decenni.
Sulle cause che hanno distrutto una vita di lavoro e che faranno probabilmente parlare del pericolo di inquinamento da residui di combusione plastica, già da ieri sera indagavano i carabinieri di Modena, coordinati dal tenente Cremonini, e i vigili del fuoco, con il comandante che in prima fila seguiva da vicino il lavoro dei suoi pompieri. Sembra comunque avvalorata l'ipotesi dell'incidente: il figlio del titolare si era trattenuto al lavoro quando ha udito una forte esplosione, proveniente da un macchinario. Si è precipitato fuori e ha dato l'allarme, Ma il rogo ha subito attecchito.
Per scongiurare il peggio è stato allertato anche il 118, che ha inviato un'ambulanza sul posto, mentre gli esperti dell'Ausl dovevano intervenire per accertarsi della potenziale pericolosità delle esalazioni. C'erano anche i tecnici di Meta, che dopo un'ora dall'esplosione dell'incendio hanno provveduto a chiudere le tubature del gas. L'Enel, forse più tempestiva, aveva già da parecchio tolto luce alle abitazioni e agli stabilimenti limitrofi. A complicare l'intervento non solo la presenza di enormi quantità di materiale plastico stoccato nei magazzini della Green Star, ma anche il vento, che piegava fiamme altissime verso il magazzino confinante, quello di una ditta che lavora pneumatici, difesa grazie agli idranti dei pompieri. Il fumo ha quantomeno disturbato il lavoro di decine di vigili del fuoco, confluiti da Pavullo, Carpi e Bologna per dar man forte ai colleghi con autopompe e lunghe scale, usate per aggredire le fiamme dall'alto. Alcuni hanno dovuto ingerire grandi quantità di latte per contrastare il danno della respirazione del fumo, solo parzialmente impedita dall'uso delle mascherine. Quanto ai danni, si parla di milioni di euro.
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