Email: Terremoti in Romagna

Data: 04/09/2003
Fonte: Varie
Tag:
Ci scrive un o studente di 24 anni residente a Sarsina.
Questo il testo della sua email:


Salve, sono uno studente di 24 anni, residente a Sarsina. Vi scrivo proprio perchè, abitando in questo comune, ultimamente avverto molte scosse sismiche, che hanno origine nel solito epicentro S.Sofia, Galeata, Bagno di Romanga. Avevo qualche dubbio/paura e spero che voi possiate aiutarmi.

  1. E' normale che a distanza di quasi 8 mesi (dal 26 gennaio 2003)ci siano ancora tante scosse provenienti dallo stesso epicentro?
  2. Considerando la teoria che i terremoti "comunicano" tra loro, è probabile che a Sarsina si verifichi presto un terremoto?
  3. Non conosco la storia sismica passata di Sarsina, ma so che dal 1927 è classificata comune a rischio (E' vero?). Mi sapreste indicare se in passato ci sono stati terremoti devastanti? E' probabile che si ripetano? (c'è una teoria riguardo la "ciclicità " dei terremoti?).
 
Grazie mille in anticipo per la risposta!



Questa la nostra risposta:

Sarsina è stata interessata in passato, in particolare, dai terremoti del 1661 e del 1918.
Il 22 marzo 1661 un terremoto d?intensità massima del X grado della scala MCS colpì l?Appennino romagnolo, fra le vallate dei fiumi Montone, Bidente e Rabbi. A questo seguirono altre scosse per circa 40 giorni.
I danni maggiori si registrarono a Rocca S. Casciano, Galeata e Civitella di Romagna. Anche Sarsina venne danneggiata, pur se lontana dalla zona epicentrale, avendo risentito di un?intensità sismica del VII grado MCS.
Sarsina risulta anche danneggiata dai terremoti del periodo 1916-1918 che interessarono buona parte della Romagna.
Le scosse di maggior intensità del 1916 avvennero il 17 maggio, il 16 giugno ed il 16 agosto, ma la sequenza sismica iniziò in maggio e si protrasse fino a dicembre.
I terremoti successivi avvennero il 2 dicembre 1917, il 10 novembre 1918 e il 29 giugno 1919. Si tratta praticamente di tre anni di terremoto, quindi ci si può aspettare anche in futuro, quando si verificheranno terremoti nella zona, delle lunghe crisi sismiche. A parità di energia liberata, sono però senz?altro meglio tante scosse deboli rispetto ad una sola di forte intensità.
Un altro terremoto di forte intensità, avvenuto nel 200 d.C., è documentato dai reperti archeologici della Necropoli di Pian di Bezzo. Un forte terremoto provocò una frana circa 1 km ad est di Sarsina che ostruì il fiume creando un lago di sbarramento che sommerse la necropoli, che verrà in questo modo ?congelata? per 200 anni, fino alla scomparsa dello sbarramento. Questo ha permesso di preservare steli ed are funerarie che portano ancora i segni del terremoto (rotazioni rispetto alla base, elementi metallici di rinforzo, ecc.).

In seguito ai terremoti del 1916-18 Sarsina venne effettivamente classificato come Comune sismico di II categoria nel 1927. Trattandosi però di un territorio a rischio minore rispetto a S. Sofia, Bagno di Romagna, ecc., venne declassificato nel 1938. Nel 1983 venne nuovamente classificato, non in seguito a terremoti come avvenuto nel 1927, ma in quanto zona a rischio sismico. La classificazione è stata riconfermata con un?ordinanza della Protezione civile di quest?anno, emanata in seguito al crollo della scuola di S. Giuliano di Puglia, che ha classificato quasi tutto il territorio nazionale. Essere classificati come sismici vuole sostanzialmente dire che è necessario costruire in modo che le abitazioni possano resistere al terremoto.
Vista la storia sismica di Sarsina è automatica la risposta alle domande:

  • è normale che le crisi sismiche durino mesi o anni;
  • è normale che si ripetano terremoti;
  • ci si può aspettare che questi terremoti siano di intensità paragonabile a quelli avvenuti in passato, e quindi non devastanti;
  • in merito alla ciclicità dei terremoti non si tratta di una teoria, ma della constatazione di come questi, avvenendo in zone sismogenetiche per accumulo di energia che poi viene ciclicamente liberata, i terremoti, cioè in pratica la liberazione di questa energia accumulata, avvengano quando questa supera certe soglie di energia accumulata. Dopo questo "scarico?, se l?energia viene di nuopvo accumulata il fenomeno si ripeterà, quindi si avrà una ciclicità dei terremoti nella stessa zona. L?accumulo di energia avverrà fintantochè i fenomeni che hanno portato al sollevamento dell?Appennino non si esauriranno (si parla di milioni di anni?.).

Per quanto riguarda la ?comunicazione? fra terremoti, questo è un nuovo ed attualissimo campo di ricerca, che promette buoni risultati sulla previsione dei terremoti (comunque ancora molto lontani dal poter dare risultati concreti).
Fino a poco tempo fa, i sismologi davano per scontato che un grande terremoto non influenzasse tempi e localizzazione di un successivo evento sismico. Scoperte recenti stanno ribaltando questa visione, perché pare che i terremoti comunichino fra di loro trasferendo lo stress di faglia in faglia, cioè fra quelle strutture del sottosuolo che sono all?origine dei terremoti. Dopo un forte terremoto l?energia residua non liberata potrebbe essere trasferita a strutture vicine, che a loro volta potrebbero generare terremoti di minor intensità, creando lunghe crisi sismiche. E? significativa a questo proposito la crisi sismica del Molise avvenuta nel novembre scorso, dove i terremoti successivi sembrano ?migrare? e creare danni in una zona solo marginalmente colpita dalla prima forte scossa. La migrazione è però legata alla conformazione delle zone sismogenetiche, e nel caso di Sarsina non dovrebbe aversi una migrazione da ovest ad est, ma soltanto un ?risentimento? di quanto avviene nelle zone vicine, a più alta sismicità.
Questo contenuto è stata visualizzata 3394 volte