Le luci della città

A Modena è nato un documento utile a coordinare le forze di volontariato che assistono i senzatetto nel periodo invernale

Contro l’Emergenza Freddo a Modena è stato operativo, da novembre a fine marzo, un protocollo che prevedeva la collaborazione di tutti i soggetti che si sono sempre occupati di “tutelare la vita delle persone senza fissa dimora o senza una adeguata sistemazione alloggiativa nel periodo invernale, durante il quale le temperature eccessivamente rigide possono arrecare gravi danni allo stato di salute dell’individuo”.

Protezione Civile, Croce Blu, Agesci, Croce Rossa, Confraternita di Misericordia e Vivere Sicuri hanno concordato fra di loro un calendario settimanale secondo il quale ogni associazione ha operato in base ad una turnazione prestabilita, mentre il sabato è stato gestito a rotazione.

«Questi interventi mirano – si legge sul protocollo – “a conoscere la reale dimensione del fenomeno” attraverso la presenza dei volontari nei luoghi maggiormente frequentati (Stazione Ferroviaria, San Cataldo, centro storico, Novi Sad, Direzionale 70) e sono tesi a “segnalare nuove zone da monitorare”, zone in cui si ritrovano i cittadini italiani e stranieri che non hanno un posto dove passare la notte».

L’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Modena Francesca Maletti afferma: «Quest’anno per la prima volta si è deciso di stipulare un protocollo operativo per formalizzare la collaborazione di tutti coloro che negli anni scorsi hanno svolto azioni di aiuto per essere più efficaci e coordinati nelle azioni da svolgere».

I volontari delle associazioni hanno incontrato dunque questi “spiriti liberi” - che di giorno scompaiono o che forse i ritmi frenetici della nostra vita non ci fanno vedere, ma che di notte si raggruppano quasi a formare delle famiglie - e hanno portato loro the caldo e dolci, ascoltando chi aveva voglia di parlare.

Rosella Quattrocchi – referente del progetto per la Protezione Civile – fa notare che «Avvicinando queste persone si entra in un mondo parallelo, nascosto e sconosciuto, fatto di storie di vita vere, inventate, esagerate, desiderate, che nascono dal “bisogno di raccontare” qualcosa di sé perché anche questo è un modo di esistere».

 Sono spiriti liberi perché non possiedono niente, in certi casi arrabbiati col mondo, in altri desiderosi solo di sentire il calore dato da qualcuno – i volontari – che sono lì apposta per loro e che li chiamano per nome.

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