Proteggere, allertare, soccorrere

È sicuramente capitato a ciascuno di noi, dovere assistere ad un incidente stradale, a una caduta rovinosa, a un improvviso malore e volere intervenire in soccorso della persona coinvolta, ma non sapere di preciso come comportarci. È stato dunque quanto mai utile il “ripasso” che ci hanno fatto i due operatori sanitari (Soriano Andrea e Matteo Manzini della AVPA Croce Blu Modena ODV) nel nostro abituale incontro del mercoledì.

Di fronte ad un evento traumatico, come quelli già ricordati, la prima cosa da fare è valutare con calma ed attenzione lo scenario sul quale andiamo ad operare, sia per proteggere il traumatizzato da eventuali ulteriori pericoli che possano derivare, per esempio, dal traffico stradale o dalla vicinanza di fonti di calore, sia per non mettere noi stessi in pericolo.
Poi, anche se non siamo sanitari, tentare una valutazione almeno degli effetti più evidenti del trauma (se il traumatizzato è cosciente, si lamenta, perde sangue, ecc) e allertare il 118. Se abbiamo il sospetto di un trauma alla colonna vertebrale, non muoviamo il soggetto, non spostiamolo, ma stiamogli vicino, rassicurandolo.

Le modalità con cui faremo la chiamata di soccorso sono fondamentali per la miglior riuscita dell’intervento sanitario. Dopo aver comunicato i nostri dati, il tipo di evento e il luogo in cui è accaduto, dobbiamo lasciare che sia l’operatore sanitario stesso a farci tutte le domande che riterrà necessarie, per inquadrare al meglio l’evento e darci istruzioni preziose per un nostro più efficace soccorso, in attesa dell’arrivo dell’ambulanza.
Dunque rispondere sempre con calma, precisione, massima chiarezza e mai sovrapporci durante la conversazione.

Oltre a quanto già detto, i nostri relatori di mercoledì, ci hanno fatto vari esempi su come soccorrere persone vittime di eventi traumatici. Delle situazioni trattate, per ragioni di spazio, ci limitiamo a parlare delle ustioni, evento purtroppo non infrequente nelle nostre case.

Le ustioni sono lesioni dei tessuti provocate dall'azione del calore che va a colpire parti del nostro corpo per svariati motivi, spesso accidentali, perché collegati alla nostra vita quotidiana: fiamme del fornello, acqua bollente, olio che frigge, ferro da stiro.
Vanno dalle più lievi, caratterizzate da semplice arrossamento della pelle e dolore sopportabile, a quelle che interessando strati più profondi della cute, causano dolore intenso e formazione di vescicole ripiene di liquido (flittene) che contrariamente ad una credenza molto diffusa, non devono mai essere bucate; per arrivare infine alle ustioni più gravi (quelle di 3° grado) dove la pelle appare nera, fredda, secca e non si avverte dolore perché le terminazioni nervose sono state distrutte.
Nei casi di ustioni, come intervento di primo soccorso, è importante raffreddare la parte colpita mettendola sotto l'acqua fredda per limitare la progressione dell'ustione e lenire il dolore; evitare invece altri sistemi “popolari” ancora diffusi, come l'olio, il talco o la farina.
Poi, se possibile, coprire la parte con un telino sterile asciutto, per proteggerla da possibili infezioni e nei casi più gravi mai provare a staccare gli indumenti rimasti attaccati alla pelle, per evitare ulteriori e più gravi danni. Infine rivolgersi al 118 o al proprio medico.

Come appare evidente anche da questo esempio, pensiamo sia sempre più importante conoscere alcune elementari nozioni di “primo soccorso”, utili per sapere “cosa fare” e più spesso “cosa NON fare” al manifestarsi di eventi traumatici. In circolazione sui social, ci sono tanti siti utilissimi per renderci più preparati e più consapevoli nel momento in cui saremo chiamati ad agire perché un volontario ben formato, è e sarà sempre vincente.

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