La Consulta Provinciale: casa di tutti i volontari

Data: 23/03/2023

Autore: Daniele Montorsi 

Tecnicamente la Consulta Provinciale del Volontariato, è una associazione di 2° livello, cioè una “associazione di altre associazioni” in quanto va a coordinare le 61 organizzazioni che in provincia di Modena, svolgono attività di protezione civile, espressioni tutte, della ricchezza e varietà del volontariato che da sempre caratterizza i nostri territori.

Di queste organizzazioni, 20 sono gruppi comunali come il nostro e 41 sono associazioni, tra le quali 17 di pubblica assistenza: tutte realtà caratterizzate da compiti diversi e variamente distribuite sul nostro territorio provinciale.
Infatti mentre i gruppi comunali, che svolgono solo attività di protezione civile (come il monitoraggio arginale, la vigilanza antincendio e tutti gli interventi legati alle varie emergenze), sono prevalentemente presenti in pianura, le associazioni come per esempio l'A.N.A. (Associazione Nazionale Alpini) o l'A.N.C. (Associazione Nazionale Carabinieri) tanto per citare due delle più conosciute, sono distribuite con le loro sezioni su tutto il territorio provinciale. In ultimo, le pubbliche assistenze (tra le quali figurano anche 5 sezioni di CRI) coprono soprattutto la montagna svolgendo prevalentemente attività sanitaria.
Dunque una grande diversità che è sicuramente ricchezza in “tempo di pace”, ma che diventa fattore essenziale in quelle situazioni emergenziali che richiedono la massima quantità e varietà degli strumenti e delle competenze disponibili, e stimolano tutte le diverse realtà di volontariato a collaborare e integrarsi per ottimizzare l’apporto di ciascuna, senza sovrapposizioni o inefficienze.

Ed è proprio nella direzione di una sempre maggiore efficienza operativa, che è orientato il grosso lavoro di coordinamento, stimolo e formazione che svolge la Consulta, come ci hanno raccontato Silvia Favro e Roberto Ferrari che ne sono rispettivamente Presidente e Vice, nostri graditi ospiti mercoledì 22 marzo.

Per meglio realizzare tutto questo, la Consulta si è data una struttura basata su un Direttivo, un Collegio dei Probiviri, un Revisore dei Conti: tutti incarichi elettivi ricoperti da volontari il più possibile espressione delle varie realtà associative. Un’organizzazione articolata su vari settori che vanno dalla segreteria, alla sala radio, al magazzino, all’ufficio stampa e altro ancora fino alla cucina sempre gradita sia negli eventi addestrativi che soprattutto in quelli emergenziali. La scelta prioritaria di assumersi l’onere della formazione di tutti i volontari affinché quest’ultima si sviluppi attraverso tempistiche, criteri, programmi, omogenei per tutti. L’organizzazione e gestione di periodici eventi addestrativi, anche molto complessi ed articolati sul territorio per testare la preparazione e la prontezza operativa delle diverse realtà coinvolte. La concentrazione degli automezzi e delle attrezzature nei due capannoni presenti nella base logistica di Marzaglia, per garantirne la costante custodia, efficienza ed agibilità in qualsiasi momento. Infine, ultima ma non per importanza, la stesura del POA (Piano Operativo Annuale) un delicato documento di programmazione di tutte quelle attività che la Consulta intende fare durante l’anno, in base al quale chiedere le risorse economiche necessarie.
Tutto questo nei “periodi di pace”. Ma è soprattutto nelle gravi emergenze che la Consulta esprime tutte le proprie potenzialità operative. Infatti è suo compito l’attivazione, la gestione ed il coordinamento delle squadre e delle attrezzature che verranno inviate là dove se ne manifesti la necessità, spesso anche fuori regione, come è capitato per l’ultima alluvione che ha colpito le Marche.

Vogliamo concludere questo scritto, rilanciando l’invito che Silvia e Roberto hanno rivolto a tutti noi, a collaborare fino anche ad entrare a fare parte degli Staff della Consulta, affinché questa diventi sempre di più la “casa di tutti i volontari”.

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