Addio alla Protezione civile Bertolaso si dà al volontariato

Data: 11/11/2009
Tag: bertolaso dpc 

Guido Bertolaso lascia a fine anno la guida del dipartimento della protezione civile. È stato lui stesso ieri all'Aquila a mettere fine alla ridda di voci sul suo abbandono, confermando di aver fatto domanda il 28 febbraio scorso (quindi prima del terremoto abruzzese) per andare in congedo anticipato dalla pubblica amministrazione alla data del 1° gennaio 2010. Il sottosegretario ha spiegato di volersi avvalere «della legge anti-fannulloni» (in realtà è il decreto legge 112 voluto da Tremonti nel giugno 2008) che dà questa possibilità presentando richiesta con nove mesi di anticipo.

Bertolaso però non andrà in pensione. Si avvarrà della possibilità data dalla stessa legge ai funzionari pubblici di dedicarsi ad attività di volontariato continuando a percepire il 70% del suo ultimo stipendio. C'è bisogno di un'autorizzazione del "datore di lavoro" pubblico per fare questo passaggio: in questo caso, la presidenza del consiglio ha già autorizzato. Non si sa ancora in quale organizzazione Bertolaso svolgerà questo volontariato, se in Italia o all'estero.

Nel corso della conferenza stampa dell'Aquila, il capo della Protezione civile non ha detto nulla sul suo futuro. Non ha neanche parlato del volontariato. Si è limitato a smentire seccamente che lasci la protezione civile per le inchieste della magistratura sull'emergenza rifiuti in Campania e anche che possa correre alle prossime elezioni per la presidenza della regione Lazio. È stato proprio il titolo di prima pagina del Giornale di ieri («Bertolaso si è stufato: pronto a lasciare per colpa dei giudici») che lo ha indotto a parlare apertamente ieri. «Non mi faccio tirare la giacchetta da nessuno», ha detto agli amici, molto seccato con il quotidiano diretto da Vittorio Feltri. Ai collaboratori più stretti Bertolaso ha detto anche che «una stagione è finita» e che «è ora di fare altro».

Non è detto che questo «altro» coincida esclusivamente con il volontariato. Esclusa un'attività politica in senso stretto, con la partecipazione a una corsa elettorale e lo schieramento con un partito, non è esclusa invece la permanenza di Bertolaso al governo. Certamente non si dimetterà dalla carica di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Negli ambienti della Protezione civile si fa notare che le sue deleghe come sottosegretario riguardano oggi esclusivamente l'emergenza rifiuti in Campania e che quelle deleghe dovrebbero scadere a fine 2009. «Esaurita quell'attività, l'incarico dovrebbe concludersi, sempre che non gli vengano conferite altre deleghe». Un'ipotesi accreditata è che Bertolaso possa rientrare nel rimpasto che sembra quasi inevitabile in concomitanza con le regionali di marzo. Un posto da ministro tecnico delle Infrastrutture o dell'Ambiente? Improbabile, a oggi. Più probabile che Bertolaso prenda il posto di Gianni Letta qualora questi diventi vicepremier.

C'è poi l'altra partita della successione alla protezione civile, un dipartimento che negli otto anni di Bertolaso ha acquistato grande prestigio e ha accentrato su di sé una crescente fetta di competenze e di spesa pubblica. Difficile che a succedergli sia il suo vice Bernardo De Bernardinis. Tra i nomi più quotati quelli del capo dei Vigili del fuoco, Francesco Paolo Tronca, del prefetto dell'Aquila Franco Gabrielli e del prefetto Mario Morcone, capo del dipartimento immigrazione del Viminale.

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