Siccità: Emilia Romagna e Toscana in allerta

Emilia Romagna e Toscana, colpite dall'allarme siccita', si armano contro l'emergenza. Allerta in Umbria, dove la situazione e' 'delicata', mentre tirano un sospiro di sollievo la maggior parte delle regioni del Centro e del Sud.

Tecnici e istituzioni tengono costantemente sotto controllo lo stato delle risorse idriche e studiano strategie per il risparmio e contro la dispersione di acqua. Gli occhi dei governatori sono puntati al vertice che si terra' lunedi' al Dipartimento della Protezione civile, nella capitale, allargato ai rappresentanti delle regioni, degli enti locali e delle aziende per mettere a punto un piano di contrasto.

L'allarme in Emilia Romagna e' legato ai valori del fiume Po che attualmente ha una portata di 431 metri cubi di acqua al secondo, cioe' al di sotto della meta' della media storica, pari a 953 metri cubi. "La Pianura Padana ed il Po vivono una situazione di particolare difficolta', che colpisce soprattutto le aree piu' a valle: per questo chiediamo un'iniziativa urgente ed incisiva del Governo che coinvolga tutte le Regioni ed i soggetti interessati", ha commentato il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani.

"Il piano per la gestione delle emergenze presentato nella riunione della task force tecnica in sede di Autorita' di Bacino, e' un passo avanti importante -ha detto Errani-: ora e' urgente che, per essere attuato, trovi una piena condivisione da parte delle Regioni".
Errani ha ricordato che la Regione Emilia Romagna ''ha istituito tavoli di lavoro per la gestione della siccita' ed elaborato un programma di intervento per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento in ogni settore idroesigente, in primo luogo nel settore civile ma senza trascurare quello agricolo, per il quale sono stati erogati i finanziamenti del Piano irriguo, e per cui occorre garantire l'operativita' degli impianti di presa dal Po".

Proprio il Po e' definito da Emilio Bertolini, presidente dell'Unione delle Bonifiche dell'Emilia Romagna, un ''malato grave'', a causa dll' abbassamento progressivo dell'alveo e dell'eccesso di derivazione a monte.''Se questa risorsa venisse a mancare - ha denunciato Bertolini- anche parzialmente, si paralizzerebbe il sistema irriguo regionale, incentrato per il 70% su prelievi di superficie dal Po, e gia' depauperato del restante 30%, un tempo derivato dai torrenti appenninici e oggi destinato in larga parte a fini ambientali per il mantenimento del Dmv (deflusso minimo vitale)''.

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