Rappresentanti delle Province e dei Comuni capoluogo sono stati convocati per la tarda mattinata di oggi a Bologna dagli assessori Gazzolo della Protezione civile, e Marzocchi del settore politiche sociali.
Sebbene non si sappia ancora con precisione quanti profughi, sbarcati a Lampedusa, possano arrivare nel nostro territorio, occorre fare il punto su che tipo di disponibilità, su che strutture e su che mezzi le singole realtà locali possono contare.
"E' chiaro - ci ha detto l'assessore alle politiche sociali del Comune di Modena Francesca Maletti - che molto dipenderà dai tempi con cui arriveranno, e soprattutto quanto dovranno restare, ma anche da che tipo di persone sono, ovvero se sono singoli o famiglie, se sono sani o hanno bisogno di cure particolari".
Pochi davvero gli elementi già chiari: innanzitutto il fatto che la nostra Regione, responsabilmente, ha già dato la propria disponibilità a fare la propria parte, cosa che, ad esempio, non è accaduto in altre realtà.
Quanto ai numeri, il parametro per il riparto sembra essere quello di una persona ogni mille abitanti: questo potrebbe significare che nel modenese non dovrebbero arrivare più di 650 persone, naturalmente da distribuire tra il capoluogo e il resto della provincia.
Ma davvero così tanti? In realtà, i numeri sono il vero rebus di questa emergenza. 6000 sono gli immigrati arrivati a Lampedusa: 5mila, il ministro Maroni ha già detto verranno temporaneamente ospitati nelle tendopoli-Cie e rimpatriati perchè clandestini.
Sono solo un migliaio quelli che, tra libici e somali, hanno lo status di rifugiato. Di questa cifra in totale si sta davvero parlando o dobbiamo aspettarci i 50mila evocati dal ministro Maroni?
Intanto, oggi pomeriggio, a Roma, l'Ance in rappresentanza dei Comuni e l'Upi in rappresentanza delle Province proveranno a capire qualcosa di più di questi temi che, ci sembra, vanno ben oltre la sola emergenza.