Lampedusa. La protezione civile resta in panchina

Data: 01/04/2011
Fonte: Vita
«I primi segnali c'erano già stati, oggi ne abbiamo la certezza», spiega con amarezza Paolo Diani, responsabile Protezione Civile Misericordie. Si riferisce alle manovre per trasferire i profughi nord africani dall'isola di Lampedusa a diverse tendopoli che verrano disposte su tutto il suolo nazionale.

Dopo le assicurazioni di Silvio Berlusconi ai lampedusani sono partite le operazioni di sgombero dell'isola. Nel contempo sono partiti anche i lavori di montaggio e installazione delle tendopoli. Ne sorgeranno in tutte le regioni, a parte che in Abruzzo. E proprio al sisma e a quelle tendopoli vola la mente. Questa volta ad occuparsi di tutto non è più la Protezione Civile, la macchina perfetta di Guido Bertolaso che in un giorno a mezzo era riuscita a mettere una tenda sulla testa di ogni terremotato. Ad occuparsi degli immigrati, sia dal punto logistico, anche quelle relative al montaggio fisico delle tendopoli, saranno i Vigili del Fuoco.

La decisione di lasciare in panchina la protezione civile, con i suoi 350 mila volontari è stata presa dal Viminale.

I motivi non sono chiari. Quello che è certo è che le associazioni di protezione civile interverrano solo in un secondo momento e con mansioni limitate al controllo e alla verifica delle condizioni dei campi una volta che saranno terminati.

«Noi siamo pronti come sempre e a disposizione» sottolinea Paolo Diani, «Se il governo decide che di noi non c'è bisogno ci adeguiamo» continua. Per Diani si tratta di decisioni politiche, «sono scelte che hanno fatto il Viminale e il ministero degli Esteri. Una mossa chiaramente politica di cui però non capisco le motivazioni». Per la Protezione Civile questa è solo una conferma di un trend già noto «non siamo stati allertati per nessuno dei grandi eventi che si stanno avvicinanto. Né per il Primo Maggio, né per la beatificazione di Papa Giovanni Paolo II».

A rendere la scelta del ministro Roberto Maroni controversa è anche un'altra situazione: visto l'impiego massiccio di forze sul tema profughi fa si che nelle stazioni dei vigili del fuoco, soprattutto nei capoluoghi, si segnalano difficoltà per la copertura del servizio ordinario.

C'è poi il tema evidente del costo del'operazione. Se la Protezione Civile conta sul lavoro di volontari che mettono gratuitamente a disposizione il proprio tempo così non è per quello che riguarda i pompieri. Ci saranno da pagare missioni e straordinari.

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