Aggiornato il Piano Comunale di Protezione Civile

Data: 22/03/2014
Tag: comune modena 

Ok all'unanimità dal Consiglio. Arletti: "Più sensibilità nella popolazione, serve maggiore comunicazione. Prezioso il ruolo dei 400 volontari della Consulta" 

E' organizzato su 12 funzioni di supporto, con l'impegno di decine di tecnici comunali, e può contare sull'apporto dei 400 volontari della Consulta comunale il Piano di protezione civile del Comune di Modena di cui il Consiglio comunale, nella seduta di giovedì 20 marzo, ha approvato all'unanimità l'aggiornamento. Il nuovo testo, adeguato alle normative più recenti e alla diversa struttura organizzativa dell'ente, rispetto all'originario Piano del 1986, uno dei primi in Italia, tiene conto soprattutto "dell'esperienza sviluppata in questi anni, in particolare in riferimento al terremoto del 2012, e valorizza il ruolo e il prezioso lavoro svolto dai volontari, anche per quello che riguarda la formazione" ha spiegato l'assessore all'Ambiente, con delega alla Protezione civile, Simona Arletti illustrando il provvedimento.

"In questi anni - ha aggiunto - è cresciuta la sensibilità della popolazione su questi temi, come ha dimostrato anche la recente esperienza dell'alluvione, e il nuovo Piano, oltre a rendere più efficace la capacità di intervento delle strutture comunali, in coordinamento con quelle provinciali e regionali, prevede un ulteriore sforzo nella comunicazione per rendere i cittadini sempre più parte attiva negli interventi, con maggiore consapevolezza dei rischi e dei pericoli del nostro territorio, così come delle azioni da svolgere".

Il Piano, i cui contenuti sono adeguati alle capacità di previsione degli interventi, si occupa dei principali rischi del territorio: idraulico, sismico, industriale, fenomeni atmosferici intensi, incidenti rilevanti. E il modello di intervento è di volta in volta adattato alle diverse realtà ambientali e alle caratteristiche del singolo evento, sulla base dell'esperienza e della valutazione attenta e puntuale delle circostanze che si vanno determinando.

Come ha spiegato l'assessore Arletti, "gli obiettivi del Piano costituiscono lo scopo stesso della pianificazione di emergenza e tutta l'attività preparatoria e addestrativa del tempo ordinario deve essere indirizzata allo studio delle tecniche idonee al raggiungimento di tali obiettivi: salvaguardia della popolazione, raccordo informativo con le altre istituzioni per garantire la continuità, informazione alla popolazione, salvaguardia del sistema produttivo, ripristino della viabilità e dei trasporti, funzionalità delle telecomunicazioni, funzionalità dei servizi essenziali, censimento e salvaguardia dei Beni culturali, censimento dei danni a persone e cose, relazioni con gli organi di comunicazione".

Tra le novità del Piano, l'individuazione puntuale delle aree di emergenza per l'attesa della popolazione, per l'accoglienza e il ricovero, per l'ammassamento di soccorritori e risorse, così come la definizione delle 12 funzioni di supporto, invece delle nove previste dal modello nazionale, che fanno riferimento al Coc, il Centro operativo comunale collocato nella sede della Polizia municipale: Tecnico scientifica e pianificazione; Sanità, assistenza alla popolazione e veterinaria; Volontariato; Materiali e mezzi; Servizi essenziali; Attività scolastica; Censimento danni agli edifici di proprietà comunale; Censimento danni agli edifici di proprietà privata; Strutture operative locali, viabilità; Telecomunicazioni, servizi informatici e anagrafe; Comunicazione alla popolazione; Amministrativo contabile.

Tre le tipologie su cui si interviene, con i diversi livelli di responsabilità

L'aggiornamento del Piano comunale di Protezione civile individua tre tipologie di eventi su cui sono previsti gli interventi e le relative competenze di coordinamento.

Per gli eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili dai singoli enti e amministrazioni competenti in via ordinaria (esempio, piccole esondazioni localizzate che possono interessare poche abitazioni oppure la viabilità) la competenza è affidata al sindaco.

Per gli eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che per loro natura ed estensione comportano l'intervento coordinato di più enti o amministrazioni competenti in via ordinaria (esempio, la piena dei fiumi Secchia e Panaro) la competenza è attribuita al prefetto.

Per le calamità naturali o connesse con l'attività dell'uomo che in ragione della loro intensità ed estensione debbono, con immediatezza d'intervento, essere fronteggiate con mezzi e poteri straordinari da impiegare durante limitati e predefiniti periodi di tempo (è il caso di un terremoto) deve essere deliberato lo stato di emergenza da parte del Consiglio dei ministri. Anche in questo caso è il prefetto a coordinare le attività, ma come delegato del presidente del Consiglio dei ministri o del ministro per il coordinamento della Protezione civile.

Individuate le zone della città dove indirizzare i cittadini in caso di emergenza. Prevista una specifica segnaletica. Sono 23 quelle di prima accoglienza

Ventitre aree d'attesa per la popolazione, 14 per l'accoglienza allo scoperto e sei al coperto, tre le aree di ammassamento riservate a soccorritori e risorse. Tutte le aree sono individuate dal nuovo Piano di protezione civile del Comune di Modena e saranno indicate con una specifica segnaletica e comunicate alla popolazione.

Le aree di attesa della popolazione sono luoghi di prima accoglienza raggiungibili attraverso un percorso sicuro e dove, in caso di emergenza, saranno fornite le prime informazioni sull'evento e i primi generi di conforto. L'utilizzo previsto è per un periodo compreso tra poche ore e qualche giorno. Le 23 individuate nelle diverse zone della città sono parcheggi, parchi e slarghi: Polo Leonardo, Polisportiva Madonnina, Polisportiva Villa D'oro, PalaMolza, Parco delle Mura, Giardini pubblici, Polisportiva "Polivalente 87 - G. Pini", parco Amendola Sud, Palapanini, Polisportiva Modena Est, Scambiatore di via Gottardi, Polisportiva Quattro Ville, area inghiaiata Polisportiva Albareto, Polisportiva S. Damaso, Polisportiva S. Donnino, Polisportiva Union 81, Polisportiva Baggiovara, Polisportiva Cognentese, Piazzale Scuola dell'Infanzia "Elena Giovanardi, Parco via Polacci - Marzaglia, Area Verde via Vigna Verde a Lesignana, parcheggio Chiesa di Ganaceto, Polisportiva Saliceta San Giuliano.

Nelle aree di accoglienza e ricovero si prevede di installare i primi insediamenti abitativi per alloggiare la popolazione colpita. Sono facilmente raggiungibili anche da mezzi di grandi dimensioni per consentirne l'allestimento e la gestione dei campi. Le 14 scoperte sono: parcheggio Chiesa Gesù Redentore in via Da Vinci, parco Ferrari, anello interno del Novi Sad, parcheggio area spettacoli itineranti, area inghiaiata Polisportiva "Polivalente 87 - G. Pini", parcheggio Polisportiva Albareto, parcheggio Polisportiva S. Damaso, Camping Caravan Strada Pomposiana a Marzaglia, i campi sportivi di Polisportiva Saliceta, Polisportiva Quattro Ville, Polisportiva S. Donnino, Polisportiva Union 81, Polisportiva Baggiovara, Polisportiva Cognentese. Le sei aree coperte, da non utilizzare in caso di sisma, sono: Palanderlini, Palestra scuola media "Marconi", Palamolza, Palestra scuola media "Lanfranco", Palestra scuola media "Ferraris", Parrochia Gesù Redentore.

Le aree di ammassamento servono per dare una sistemazione idonea ai soccorritori e alle risorse necessarie a garantire un razionale intervento nelle zone di emergenza per periodo di permanenza compreso tra poche settimane e qualche mese. Le tre individuate sono il parco Ferrari, il parcheggio dell'area spettacoli itineranti e l'area della Protezione civile di Marzaglia.

I consiglieri intervenuti hanno espresso pareri favorevoli e sottolineato l'importanza delle esercitazioni e dei cittadini come primi attori della protezione civile

Hanno tutti espresso pareri favorevoli sottolineando inoltre l'importanza del ruolo dei cittadini e del loro coinvolgimento i consiglieri comunali intervenuti nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 20 marzo alla discussione che ha preceduto l'approvazione all'unanimità dell'aggiornamento del Piano di protezione civile del Comune di Modena.

Per il Partito democratico, Elisa Sala ha parlato di "uno strumento molto importante, flessibile e sempre aggiornabile a seconda delle componenti del rischio, ma che non si improvvisa. Il piano definisce procedure per l'emergenza ma anche per il post emergenza, per ricostruire in modo trasparente", ha dichiarato accennando alle novità introdotte dalle indicazioni normative: "Ora è lo sviluppo anche urbanistico della città che deve adattarsi al Piano di protezione civile e alla sicurezza, non viceversa. Ma il Piano è carta straccia e diventa in fretta obsoleto, se non viene comunicato alla cittadinanza. Il cittadino deve essere il primo attore di protezione civile, consapevole dei rischi, deve costruire in casa propria un piano di protezione civile. E il volontariato deve avere un ruolo ben chiaro, deve essere usato in maniera corretta dandogli la possibilità di operare bene, fornendo logistica e formazione". Un aspetto ribadito anche da Luigi Alberto Pini poiché "l'attore principale della protezione civile è il cittadino e questo consente ai cittadini di entrare nell'ottica della valutazione dell'impatto dell'opera dell'uomo sull'ambiente. Come sono fondamentali - ha rimarcato - le esercitazioni". William Garagnani ha rivolto "ringraziamenti a tutti coloro che si sono impegnati nella protezione civile, che è uno straordinario antibiotico ma non può fare miracoli, attenua il danno ma non può eliminarlo, perché l'eliminazione del danno presuppone un'azione a monte, nel nostro caso il rischio da prevenire è quello idraulico", ha affermato facendo anche riferimenti alla recente alluvione e precisando: "Dobbiamo fare una battaglia politica per far funzionare il sistema".

Per FI-Pdl, il capogruppo Adolfo Morandi ha espresso "un plauso per quanto ha significato e significa la protezione civile a Modena: qualcosa che funziona, un'organizzazione di una certa consistenza in grado di affrontare molte delle emergenze che si possono presentare". E sul rischio idraulico, ha sottolineato la necessità di rinforzare gli argini e "ampliare le casse di espansione alla luce del carattere delle precipitazioni degli ultimi anni. L'aggiornamento al Piano - ha proseguito - è sicuramente utile, come la formazione dei volontari e della popolazione, anche estendendo le esercitazioni a fasce più ampie". Per Sandro Bellei "non bisogna quindi pensare che la protezione civile sia l'unico rimedio alle catastrofi che negli ultimi anni si sono accanite sui nostri territori. Oltre alla protezione civile - ha osservato - serve una cultura diffusa, nessuno può trincerarsi dietro gli altri, non si può costruire in zone a rischio; i primi chiamati in causa sono proprio i cittadini e le leggi, come occorre una nuova regolamentazione di Aipo".

 

Questo contenuto è stata visualizzata 1207 volte