Li chiamano angeli: «Spero che i giovani si uniscano a noi»

Il coordinatore del gruppo Moproc Giorgio Berni è realista: «Siamo strutturati e specializzati ma servono nuove leve»

Da dove vengono “quelli della Protezione Civile”? Chi sono? Ma soprattutto, cos'è il Gruppo Comunale Volontari della Protezione Civile? Alla base c'è il Dipartimento di Protezione Civile Nazionale, con sede a Roma, declinato in vari gruppi territoriali, le protezioni civili regionali e comunali.

«Moproc - spiega Giorgio Berni, coordinatore del Gruppo - nasce nel 1999 per affiancare la protezione civile comunale, e viene ufficialmente costituito nel 2000 con la delibera 93 del consiglio comunale: si tratta di un'associazione di volontariato che svolge attività di formazione, prevenzione e soccorso nell'ambito della Protezione civile».

I NUMERI

Ventidue persone disponibili a trecentossessanta gradi, all'inizio, con un primo salto di qualità intorno al 2007 con circa 150 iscritti. «Siamo passati da una gestione “familiare” a una gestione più strutturata - continua Berni - che comprendeva i primi sottogruppi e le prime attività specialistiche, ma anche un'organizzazione più articolata della formazione, che comprende corsi base e corsi più mirati per volontari esperti, una volta scelta l'area di attività, spesso organizzati direttamente dalla Regione, dalla Provincia o dal Dipartimento Nazionale».

Quanto dura un volontario? Mediamente, il rapporto con Moproc dura di più rispetto ad altre associazioni. «Considerando che siamo nati quindici anni fa, la maggior parte dei volontari rimane operativo per sei o sette anni - risponde Berni - mentre l'età media dei volontari è intorno ai quarant'anni, un 30 per cento rosa».

L’IMPEGNO

Il territorio modenese poi, con le emergenze degli ultimi anni tra terremoto e alluvione, ha dato di che esercitarsi al Gruppo, che rappresenta ormai un aiuto importante anche a livello nazionale: è stato infatti operativo a Genova, a Parma e durante la piena del Po. Precedentemente anche in Abruzzo e in Molise. In collaborazione con la Regione Puglia, inoltre, la squadra al completo ha svolto attività nella prevenzione Antincendio boschivo nel Gargano. Non ultime le attività in Sardegna e Sicilia. Il fiore all'occhiello, insomma, del mosaico di associazioni che costituisce la Consulta Provinciale di Volontariato di Protezione Civile. Come si regge in piedi e come sostiene le spese di formazione e di attività? Fondi pubblici, autofinanziamento, donazioni di privati.

ATTIVITÀ

I sottogruppi e le attività? Entriamo nel merito. A comporre il puzzle Moproc sono il gruppo Formazione, il gruppo Sicurezza, il gruppo Assistenza alla popolazione, il gruppo Antincendio, il gruppo Under 18, il gruppo Redazione, il gruppo Radio, il gruppo Cucina, il gruppo Segreteria e il gruppo Logistica. «Lo scopo del gruppo - afferma Alessandro Tucci, responsabile del gruppo Under 18 - è quello di avvicinare le giovani generazioni a questo tipo di volontariato: io e Federico Vaccina ci occupiamo di riadattare il corso base per adulti ai ragazzi, l'idea è nata tre anni fa e speriamo che possa continuare». È infatti in calo il numero dei giovani volontari, e ne servono almeno dieci per avviare il corso. In questo senso, sempre Moproc ha svolto il progetto “Geometra solidale” per tre anni presso l'Istituto Guarini, che consisteva in una serie di incontri a scuola al termine dei quali gli studenti progettavano un centro d'accoglienza. È stata questa l'occasione di entrata in Moproc per Giulia Aldini, ventiduenne che ha intrapreso un percorso che dura ancora oggi e che era presente sabato all'esercitazione. Giovanni Marco Giorgi, diciannovenne appena uscito dal gruppo Under 18, racconta così il suo inserimento: «Ho cominciato a 16 anni perché conoscevo il tutor del gruppo ed è un'esperienza che vorrei continuare: il gruppo è affiatato e le esperienze mi arricchiscono molto».

L’ASSISTENZA

Per quanto riguarda il gruppo Assistenza alla popolazione, Paolo Pellacani, responsabile insieme a Rosella Quattrocchi e Sara Ballotta, ci spiega gli ultimi due progetti, uno appena concluso e uno in partenza: “Io non rischio” e “Angeli del freddo”.

«Il primo- spiega Pellacani - si è concluso a ottobre: si tratta di una campagna informativa sponsorizzata dal Dipartimento Nazionale di Roma che si svolge contemporaneamente in centocinquanta città italiane per un finesettimana con temi variabili, quest'anno si è parlato di alluvione e terremoto indicando ai cittadini quali sono i comportamenti corretti da mantenere durante le emergenze». Sono in pochissimi, infatti, a sapere che esiste un Piano di Emergenza Comunale per ogni città. «Il secondo progetto, “Angeli del freddo”, consiste in un monitoraggio delle zone cittadine in cui sono presenti senzatetto, quelli che noi preferiamo chiamare “spiriti liberi” - aggiunge sorridendo Pellacani - Offriamo cibo e bevande calde durante i mesi invernali, cerchiamo di capire le loro storie, entriamo a contatto con la loro realtà, approfondiamo un volto della composizione sociale su cui lavorare».

Questi sono solo alcuni degli aspetti della realtà di Moproc, che ha una sede a Marzaglia (il Centro Unificato Operativo Provinciale) e una base operativa in via Morandi a Modena, dove ci sono i materiali e si svolgono gran parte delle attività.

IL FUTURO

«Lavorare coi ragazzi: - risponde il coordinatore Berni - partirà a dicembre il progetto “La protezione civile tra i banchi di scuola”, fino a maggio, promosso dall'Assessorato alle Politiche Ambientali del Comune con la collaborazione della Cooperativa Sociale La Lumaca». Inoltre, è in previsione un campo estivo per ragazzi per la prossima estate. «Ci auguriamo - conclude Berni - che il Gruppo Comunale possa diventare un catalizzatore per chi vuole fare protezione civile».

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