Quei cantieri sugli argini per evitare altre tragedie

Un viaggio a tappe lungo il Secchia e il Panaro per controllare messa in sicurezza e manutenzione dei fiumi. Si inizia con “Cantone” tra Bastiglia e Modena

Un cantiere da oltre 200mila euro che sta per essere ultimato in questi giorni e ha rafforzato la resistenza dell’argine a pochi chilometri dalla rottura della falla di San Matteo da cui, lo scorso 19 gennaio, si è scatenata l’alluvione che ha danneggiato parte di Modena, Bastiglia, Bomporto e altre zone della Bassa. Si tratta del cantiere “Il Cantone”, appena superato il confine con Modena, sulla destra idraulica del Secchia, vicino alla strada statale Canaletto. Gli interventi sono durati all’incirca tre mesi. Qui è stato necessario effettuare lavori di ripresa delle cosiddette filtrazioni a campagna, un fenomeno che si verifica piuttosto frequentemente e che, a lungo andare, può intaccare la resistenza dell’argine. Durante il fenomeno l’acqua filtra nel terreno fino a saturarlo e può arrivare in superficie.

«Questo è stato uno di quei cantieri dove sono state riprese le filtrazioni di acqua in campagna - spiega Francesca Lugli, della Protezione Civile di Modena - Un fenomeno che si è verificato nel corso delle precedenti emergenze. Tale fenomeno si verifica quando, in relazione alle caratteristiche dell’argine e alle pendenze della golena interne agli argini, non è più coperta la linea di “imbibizione”. Vale a dire, quando si arriva a saturazione e l’acqua filtra attraverso l’argine ed esce, così, in campagna. Questa situazione, di per sé, non genera preoccupazione sulla stabilità degli argini, ma a lungo andare il ripetersi di questo tipo di fenomeni può provocare danni. Soprattutto quando il verificarsi della filtrazione si prolunga nel tempo, il fenomeno è importante e si può arrivare ad avere conseguenze gravi. Situazioni di questo tipo, che si sono verificate oltre a Bastiglia anche a Cavezzo e Bomporto, sono state tutte analizzate. Gli interventi effettuati nei diversi siti hanno la caratteristica comune di avere ripristinato le condizioni dell’argine che, ora, riesce a contenere l’acqua dentro l’alveo. Per decidere quale tipo di lavoro effettuare è stata esaminata la struttura dell’argine. In questo sito, è stata fatta una “banca” nel lato fiume, c’era lo spazio per potere rinforzare l’argine e coprire quella linea di imbibizione, per cui è stato possibile fermare l’infiltrazione. Altrove, invece, è stato iniettato un getto di calcestruzzo e in altri casi sono state infisse delle palancole». Al Cantone è stata verificata la presenza di tane di nutrie, tassi, volpi o animali simili che possono minare la sicurezza dell’argine?

«In questo punto specifico - prosegue Lugli - questi animali non erano l’elemento determinante. E da agosto, mese di inizio dei lavori, non sono state rilevate tane. Si è lavorato su tutto l’argine e all’interno della golena per ripristinare le pendenze corrette che devono scorrere sul lato fiume. Adesso il cantiere è alla fine, si stanno ultimando le sagomature. I campi prova partiti in agosto e la durata dell’intervento è stata di circa 3 mesi incluse sospensioni dovute al maltempo». Il cantiere del sito “Il Cantone” è di competenza dell’Aipo e la ditta esecutrice è la Cib srl.

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