Rischio alluvione: più rinforzi per il Naviglio

Lunghe file di massi e ripresa delle frane sulle sponde. Golene ripulite dai tronchi, chiuse numerose tane d’animali

Negli occhi di ogni cittadino di Bomporto è ben impresso il taglio praticato sull’argine, l’inverno scorso, per consentire all’acqua che aveva invaso il paese di uscire e defluire nel Naviglio. Un’operazione particolarmente complessa che ha richiesto diverse ore di preparativi e grande competenza ingegneristica. Il taglio dell’argine è stato praticato in un tratto di meno di una decina di metri tra piazzale dei Donatori di Sangue e il Naviglio. Pochi metri più in là, prima del centro del paese, sul Naviglio, dopo la confluenza con il cavo Minutara, sono stati effettuati numerosi interventi di ripristino dell’argine. In particolare, è stato necessario interrompere diverse frane, provocate dalla pressione subìta dall’argine durante i drammatici giorni dell’alluvione.

«In questo punto – spiega Francesca Lugli, della Protezione Civile di Modena – la sponda del fiume è stata stabilizzata attraverso operazioni di ripristino: per fare questo, sull’argine è stato inserito del pietrame. Sono state posizionate, infatti, delle pietre che contribuiscono a rendere più sicuro questo tratto dell’argine. Nei giorni dell’alluvione, infatti, si sono verificati parecchi fenomeni di smottamento, a causa della pressione a cui è stato sottoposto il terreno, schiacciato dal peso di portate molto importanti. In aggiunta, il Naviglio ha riportato in Panaro buona parte dell’acqua proveniente dal Secchia che, una volta sbancato l’argine del canale e allagato i prati di San Clemente, si è spinto fino a Bomporto. In questi giorni è stata anche assegnata la realizzazione della cassa di espansione del Naviglio che interessa i Prati di San Clemente. Si tratta di un’opera molto attesa, perché consiste nel contenimento naturale delle portate di questo canale» conclude Lugli. Per questo cantiere, i cui lavori sono coordinati da Aipo, sono stati spesi 350mila euro. La ditta esecutrice è la Sverzellati di San Rocco Po ( Lodi). Nell’area colpita dall’inondazione, poi, è stato necessario aprire altri cantieri per bloccare le frane che imperversavano dopo l’alluvione. Uno di questi, per rimanere sempre a Bomporto, è il cavo Panarolo che scola all’interno del cavo Minutara. In questo sito si sono verificati danneggiamenti in varie chiaviche presenti sugli argini. Nei due cantieri, poi, sono stati effettuati numerosi monitoraggi allo scopo di individuare tane degli animali considerati tra i responsabili dell’alluvione. «Dai monitoraggi effettuati da quest’estate e in una seconda fase a novembre sono state individuate tane di nutrie, volpi, istrici e tassi. – spiega l’ingegner Francesco Bonini della Protezione Civile – Questo lavoro è stato effettuato da volontari di diversi gruppi dei Comuni coinvolti dall’alluvione, insieme alla consulta provinciale del volontariato di Protezione Civile e i coadiutori. È stato possibile svolgere quest’attività in modo completo da quando si è proceduto agli sfalci straordinari di Secchia, Panaro e Naviglio».

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