Ogni notte aiutate 15 persone in strada

Bilancio dell’accoglienza invernale, sostegno ai senzatetto da Comune, Ausl, Diocesi e associazioni

Si è concluso il 31 marzo il cosiddetto “Progetto di accoglienza invernale”, un insieme di interventi per persone in difficoltà alla cui realizzazione hanno contribuito il Comune, l’Ausl e il Policlinico, il Centro d'ascolto dell'Arcidiocesi e le associazioni Porta Aperta, gruppo comunale Protezione civile, Croce Blu, Croce Rossa italiana, Agesci, Vivere Sicuri, Fratres Mutinae e Avs Modena.

Positivo il bilancio dell'assessore alle politiche sociali Giuliana Urbelli, che parla di numeri ridotti e ringrazia le associazioni per l'ottimo lavoro di monitoraggio e coordinamento svolto. «Un salto di qualità lo ha avuto il monitoraggio serale fatto dalle associazioni, puntuale e molto coordinato anche grazie ad un sistema di scambio informativo attraverso una scheda unica che ogni sera veniva aggiornata in tempo reale da ogni associazione e che ci ha consentito di tenere costantemente sotto controllo la situazione - spiega Urbelli - Sono state accolte quasi tutte le persone incontrate fuori, a fronte di un numero lievemente ridotto rispetto l'anno scorso, anche grazie agli sforzi delle associazioni e dei servizi che hanno lavorato molto per favorire percorsi di integrazione».

Si aggira tra 10 e l5 il numero delle persone mediamente incontrate ogni sera dalle associazioni sulla strada, tra le quali a volte anche qualche donna. Sono state 170 le persone che hanno avuto accesso allo spazio di ascolto, 80 le persone che a vario titolo hanno ricevuto accoglienza (presso Porta Aperta, ostello di San Filippo, studentato di via delle Costellazioni, alberghi e parrocchie), 20 le persone che hanno ricevuto un contributo per un posto letto e si sono poi gestite autonomamente trovando affittacamere o altro.

I destinatari sono stati i cittadini, italiani e stranieri, senza un'idonea collocazione dove passare la notte, con particolare riferimento a coloro che hanno patologie sanitarie già stabilizzate legate alla stagione rigida e che necessitano per la guarigione di un periodo di accoglienza temporanea presso una struttura socio-assistenziale.

«Al centinaio di persone che hanno ricevuto accoglienza, si aggiungono i pakistani che durante lo scorso autunno sono arrivati in città e per i quali Comune e Diocesi hanno istituito un punto di accoglienza a Porta Aperta, accoglienza sperimentale terminata in questi giorni, frutto di un'operazione congiunta che si è conclusa nel migliore dei modi: la maggior parte dei profughi ha trovato una collocazione attraverso reti diverse, di conoscenti o attraverso la comunità pakistana presente sul territorio

e non solo. Fondamentale - conclude l’assessore Urbelli - la collaborazione con l'Ausl e il Servizio dipendenze patologiche che ha attivato l'accoglienza a bassa soglia per persone con dipendenze attive da alcool o droghe accolte per la notte presso apposite strutture».

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