Freddo, al via le uscite serali dell'unità di strada

Assessora Pinelli: “Accoglienza quando le temperature si fanno più rigide e progetti che favoriscano il recupero, ma nella nostra città niente dormitori ghetto”

Da venerdì 15 novembre i volontari dell’Unità di strada iniziano le uscite serali per monitorare la presenza di senza tetto in strada e nei luoghi dove è più facile trovarli, al fine di portare generi di conforto, come coperte e cibo, e indirizzarli verso i servizi socio sanitari attivi 12 mesi l’anno. I volontari, appartenenti a otto associazioni che collaborano al Piano di accoglienza invernale, usciranno tutte le sere fino a marzo, in piccole squadre, su un percorso rodato, ma sempre pronti a inserire nuove tappe in base a eventuali segnalazioni. Venerdì iniziano ad uscire i volontari del Gruppo Comunale Protezione Civile (le altre associazioni sono: Agesci, AVS, Croce Blu, Croce Rossa, Fratres Mutinae, Porta Aperta, Vivere sicuri).

Mentre insieme anche a Sert e ai Pronto soccorso dei due ospedali cittadini si stanno mettendo a punto le linee operative per rendere l’accoglienza ancor più funzionale e rispondente alle esigenze, si è conclusa la raccolta delle manifestazioni di interesse a gestire e copro gettare, insieme al settore Servizi sociali del Comune e ai servizi sanitari, l’accoglienza invernale secondo le modalità già sperimentate lo scorso anno e previste dalle linee guida approvate dalla Giunta. A breve si procederà quindi con l’aggiudicazione dei servizi di accoglienza di tipo A (accoglienza notturna temporanea in situazioni di emergenza freddo, per garantire a persone senza dimora la risposta a un bisogno primario); di tipo B (accoglienza con valenza educativa e un’attività di accompagnamento a percorsi di inclusione sociale, rivolta a persone radicate sul territorio) e di tipo C (rivolta a persone senza fissa dimora con dipendenze da stupefacenti o alcol).

Lo scorso anno sono state 51 le persone con problemi di dipendenza accolte nel servizio di tipo C gestito insieme al Sert; 149 quelle complessivamente ospitate, in diversi momenti, nell’accoglienza invernale di tipo A e B che si è dimostrata adeguata a rispondere ai bisogni della città.

“Il nostro obiettivo – afferma l’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli - è mettere in campo risposte il più possibile personalizzate per far fronte ai problemi immediati, ma anche nel tentativo di costruire percorsi di recupero, come facciamo con progetti innovativi quali l’Housing first dove hanno trovato casa e riscatto alcuni senza fissa dimora. Vogliamo evitare che l’accoglienza sia esclusivamente la risposta a un bisogno; deve invece far parte di un discorso di inclusione nella nostra comunità, la cui risposta non può essere un dormitorio, che rischierebbe non solo di diventare un ghetto per gli esclusi, ma anche di attirare ulteriori situazioni di disagio di cui invece ogni territorio si deve far carico. È importante puntare su una comunità inclusiva e solidale dove l’accoglienza, in situazioni d’emergenza, è frutto della disponibilità e dell’integrazione fra diversi soggetti (dal volontariato alla Caritas, alle parrocchie) come avviene da anni nella nostra città”.

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