Per oltre 70 volontari del Gruppo di Protezione Civile del Comune di Modena, che ne conta più di 400, la mattinata di ieri è stata all’insegna della formazione e delle esercitazioni sul campo per come è necessario agire in caso di calamità naturali ed emergenza idraulica. L’addestramento è stato eseguito alla sede della Protezione Civile di via Morandi e in strada Scartazza. «L’iniziativa fa parte del ciclo di esercitazioni che, Covid permettendo, facciamo ogni due mesi – ha specificato Federico Vaccina, vice coordinatore del Gruppo di Protezione Civile di Modena che si occupa del settore formazione- in particolare all’iniziativa hanno partecipato molti nuovi volontari tra i più di 70 che sono entrati a far parte del Gruppo a partire dalla primavera 2021. Le attività si sono svolte a squadre (9 in totale) dalle 8 di mattina fino alle 14, simulando il tempo medio operativo che in caso di emergenza viene richiesto per ciascun turno ai volontari, che ha rotazione sono stati coinvolti in tutte le attività».
In via Morandi si è svolto così l’addestramento per il montaggio e lo smontaggio delle tende rese attive per dare riparo alle persone in caso di situazioni emergenziali mentre lungo la Scartazza si è proceduto a formare i volontari riguardo ad una serie di attività che vengono messe in campo durante le emergenze idrauliche. «Questa mattina, a rotazione – ha specificato Vaccina- abbiamo riempito in loco più di 200 sacchi di sabbia che poi sono stati utilizzati per imparare a costruire i “soprassoglio”, manufatto lineare che viene edificato in cima agli argini dei fiumi nel momento di passaggi della piena per evitare che il fiume esondi e le “coronelle” che invece sono costruzioni circolari finalizzate al contrasto dei fontanazzi ovvero alla fuori uscita di acqua in aperta campagna a causa di un incanalamento anomalo dell'acqua, spesso causato dalle tane degli animali». Sempre su strada Scartazza è astato insegnato ai volontari l’utilizzo delle motoseghe e dei decespugliatori, il cui utilizzo diventa fondamentale non solo in situazioni di calamità naturale o emergenza idraulica ma anche durante l’emergenza invernale, quando eventi climatici di forte intensità provocano la rottura di alberi o la caduta dei rami nei centri abitati o sulle vie di comunicazione.