«Stiamo già costruendo due nuove centrali»

Data: 30/09/2003
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BOLOGNA (30 set. 2003) - La produzione di energia elettrica non è il nostro forte. Siamo, subito dopo la Lombardia, la regione meno autosufficiente d'Italia. Consumiamo il 50% più di quello che sono in grado di erogare le nostre centrali. E dunque da noi il black out ha colpito più duramente.
«Nient'affatto - inorgoglisce Duccio Campagnoli, assessore regionale alle Atività produttive -. Le centrali dell'Emilia-Romagna sono state tra le prime a rientrare in campo. Alle 6 era già partito l'impianto di S. Giovanni, poi a seguire Piacenza Levante, fino a quello di Porto Corsini a Ravenna e di Porto Tolle. Alle 8,30 l'Emilia-Romagna era già tornata alla normalità. I disagi per la popolazione sono stati contenuti al minimo. Pensi che alle 4,30, un'ora dopo il buio, la Protezione civile era già in funzione per cordinare gli interventi tra prefetture, enti locali e accertarsi che negli ospedali funzionassero i generatori d'emergenza».
I soliti primi della classe mentre il Paese era in ginocchio?
«No, non è così. Quello che è accaduto è un problema molto serio, ma che ha poco a che fare con l'immediato. In gioco c'è il sistema di sicurezza e di emergenza nazionale».
Per esempio?
«Se si vuole intervenire con tempestività è fondamentale l'informazione: e invece il Grtn, il Gestore della rete, non comunica con le Regioni. Le pare logico?».
Ma l'Emilia-Romagna, a che punto è? Sono anni che si parla del Piano energetico regionale.
«Ecco il quadro. Le centrali già funzionanti, tre in provincia di Piacenza e una a Ravenna, producono 2800 megawatt. Altre due sono già state autorizzate e sono in fase di costruzione: l'Enipower a Ravenna e un'altra a Ferrara, entrambe da 780 megawatt».
E fanno 4300 megawatt.
«L'obiettivo del Piano energetico quanto a potenza termocombustibile è arrivare a 5500/5800 megawatt, cui va aggiunto un 25% con fonti rinnovabili o assimilate».
Dunque, quante centrali ancora? Due, tre?
«Dipende dalla potenza, ma è ancora da decidere».
Le proposte?
«Sono diverse: una a Bologna, una a Forlì, altre due a Piacenza, tutte da 800 megawatt, una a Coriano di Rimini da 250 e una a Parma da 350».
Chi deve decidere?
«Il Ministero. Il Marzano bis che riforma il Marzano uno ha tolto alle Regioni ogni facoltà. Il Governo farà una lista di priorità... Hanno molta fretta, ma di liste neanche l'ombra».
E intanto?
«Beh, non possiamo che aspettare. Ma, nonostante il quadro che si fa, direi che l'Emilia-Romagna sta abbastanza bene nel panorama nazionale. E questo con i limiti ambientali e i criteri selettivi che ci siamo dati».
Allora da noi non c'è nessun allarme?
«Veramente il black out dell'altra notte è il segnale che non c'è tempo da perdere. Invece di fare il solito gioco dello scaricabarile si apra un tavolo Governo-Regioni per stabilire un pacchetto di cose da fare. Insieme».
I Verdi sostengono che si può risparmiare eliminando gli sprechi. Che ci sono.
«La politica del risparmio è giusta, e il Piano regionale ne tiene conto. Così come sono realistici i dati di crescita previsti intorno al 2,5% all'anno».
Già, ma questo benedetto Piano regionale quando vedrà la luce?
«Se ne sta discutendo in commissione. Entro l'anno arriverà in aula e sarà approvato dal consiglio regionale».
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