TOKYO (27 set. 2003) - Un uomo è morto investito da un'auto in un incidente provocato indirettamente dal sisma, e un pescatore è stato stroncato da un infarto mentre cercava di mettere al riparo la sua imbarcazione.
L'epicentro del terremoto è stato localizzato sul fondale del Pacifico, 80 km al largo dell'isola; la magnitudine della prima scossa del terremoto è stata di 8 gradi sulla scala Richter; a quella prima scossa ne sono seguite, nelle due ore successive, una di 5,8 ed un'altra di 7 gradi Richter, seguite da uno sciame sismico di altre 19 scosse di assestamento.
La protezione civile locale ha messo in allerta 46.300 persone, e circa 40.000 sono state portate lontano dalle loro abitazioni perché il pericolo più temuto, dopo il terremoto, era rappresentato dalle prevedibili ondate di maremoto; un pericolo che poi si è concretizzato in forma attenuata.
Gli edifici non sono stati danneggiati gravemente, ma molte persone hanno riportato ferite a causa della caduta di arredi e soprammobili nelle case. Le scosse hanno causato gravi disagi e danni alle infrastrutture; circa 24.300 abitazioni sono rimaste senza corrente elettrica, anche se non è stato necessario interrompere cautelativamente l'attività della centrale nucleare locale; un treno è deragliato causando il ferimento di un passeggero e il rallentamento del servizio perché, per ragioni di sicurezza, in situazioni sismologiche i convogli devono viaggiare a velocità ridotta.
Molte strade sono interrotte a causa degli squarci nell'asfalto e un ponte è crollato. Il traffico aereo ha risentito pesantemente della chiusura dell'aeroporto, dove è crollata parte del soffitto della torre di controllo e del terminal passeggeri.
È stato anche sfiorato il rischio di una strage ambientale: un incendio è scoppiato in un serbatorio da 30.000 chilolitri di una raffineria, ma è stato domato dopo qualche ora. Yoshimitsu Okada, direttore strategico dell'Istituto di ricerca di scienze terrestri e prevenzione dei disastri, ha spiegato che i danni del terremoto sono stati relativamente ridotti, per via della distanza della costa dell'epicentro sismico, sul fondale oceanico (l'ipocentro è stato localizzato a una sessantina di chilometri di profondità).
Fortunatamente, ha aggiunto Okada, la situazione non è paragonabile a quella di Kobe, colpita da un terremoto catasatrofico nel 1995, poichè appena cinque milioni di persone abitano l'isola di Hokkaido, e vivono prevalentemente in centri rurali.
Il terremoto di stanotte è stato il più violento degli ultimi otto anni: l'ultimo così forte fu quello di Kobe, dove morirono oltre 6.000 persone e quasi 43.600 furono ferite. Adesso, spiegano le autorità metereologiche, il pericolo più grave è rappresentato dai maremoti o "tsunami"; il rischio di mareggiate persisterà per altri due giorni.
Nelle prime ore della giornata onde alte un metro hanno portato a riva 12 barche e spazzato via 15 auto parcheggiate lungo la costa del golfo di Hiroo. L'ente statunitense per lo studio degli oceani e dell'atmosfera (Noaa) ha messo in allerta anche Russia, Filippine, Taiwan, Guam e altre isole dell'oceano Pacifico per il rischio maremoti.