Crisi idrica: il governo pronto a intervenire

Data: 13/07/2003
Fonte: La Repubblica
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Si aggrava di ora in ora la crisi idrica nel Nord Italia. Di fronte all'emergenza siccità, il governo è pronto a intervenire. Lo assicura il ministro delle politiche agricole e forestali Gianni Alemanno, precisando: "Le Regioni devono fare le declaratorie di stato di calamità e noi interverremo come abbiamo sempre fatto in questi casi".

In un'intervista al Tgr dell'Emilia-Romagna, il ministro ha chiarito anche che, in caso di emergenza idrica, l'agricoltura ha la priorità rispetto alle centrali. "La legge Galli è chiarissima" ha detto. "Dopo l'uso idrico potabile, la priorità è per l'agricoltura, quindi non si può togliere l'acqua all'agricoltura per darla alle centrali idroelettriche".

La situazione siccità viene monitorata dalla Protezione civile insieme alle regioni interessate: i punti critici restano per ora quelli dei rischi per l'agricoltura e per l'energia lungo tutto il corso del Po e del suo bacini. E diventa sempre più probabile la dichiarazione dello stato d'emergenza se non dovesse migliorare la situazione meteorologica. Il capo della protezione civile, Guido Bertolaso, consegnerà domani una relazione al governo sullo stato della siccità e, in un'intervsita al Tg2 ha invitato i cittadini a limitare "i consumi di acqua ed energia elettrica" fino a quando la situazione non tornerà alla normalità.

La Coldiretti parla di calamità naturale per le campagne del Nord e, ad aggravare la situazione, si aggiunge il Rapporto sullo stato dei servizi idrici che denuncia la "scomparsa" del 42 per cento dell'acqua immessa nella rete, soprattutto al Sud.

Il ministro Alemanno ha precisato che per evitare in futuro analoghe emergenze "bisogna gestire meglio l'acqua, avere una programmazione del territorio attenta, ma comprendere che l'agricoltura, se consuma acqua, è anche uno strumento per riprodurre l'acqua. Se noi causiamo l'abbandono delle campagne, avremo in futuro problemi di dissesto idrogeologico superiori a quelli che abbiamo oggi".

Un immediato intervento del governo è stato chiesto anche dal presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio: "Chiediamo che il governo venga subito in Parlamento per riferire sulla grave siccità che colpisce il nostro Paese e sulle misure che intende attuare per affrontare questa situazione". Pecoraro Scanio ha criticato il progetto del ponte sullo Stretto di Messina, sostenendo che "la vera priorità in materia di opere pubbliche è la ristrutturazione radicale della rete idrica. Come Verdi proponiamo misure immediate e un piano a medio termine per modernizzare il Paese. Il problema della siccità e del fabbisogno energetico vanno oggi di pari passo".

La Coldiretti parla di calamità naturale nelle campagne del Nord: danni per miliardi di euro a tutte le colture e, ha detto il presidente Paolo Bedoni, "siamo costretti ad affrontare una grave emergenza perché è mancata la programmazione in un Paese che è straordinariamente ricco della risorsa acqua e che ha bisogno sia dell'agricoltura sia dell'energia per il proprio sviluppo".

Bedoni ha sottolineato l'esigenza di uscire dalla crisi con interventi strutturali da prevedere nel prossimo Documento di Programmazione Economica e Finanziaria (Dpef). "Servono soldi e acqua per non far chiudere le aziende in difficoltà. Bisogna costruire il futuro non solo con interventi di manutenzione, risparmio e riciclaggio delle acque, ma anche con opere infrastrutturali e, nel settore agricolo" ha concluso Bedoni, "un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo".

Gravissima la situazione delle colture agricole in tutto il Nord Italia. La mancanza di acqua per irrigazione e l'assenza di piogge sufficienti, in alcuni casi come nel cremonese addirittura da sette mesi, ha indotto la Coldiretti in tutte le province del Piemonte e della Lombardia e in molte del Veneto e dell'Emilia Romagna, a chiedere alle autorità la dichiarazione dello stato di grave calamità naturale. "La situazione, inoltre, potrebbe ulteriormente aggravarsi" ha rilevato la Coldiretti "se, come minacciato in questi giorni, potrebbe essere sospesa l'erogazione di acqua per irrigazione al fine di destinarla alla produzione di energia elettrica".

Alla denuncia della Coldiretti si aggiunge il Rapporto sullo stato dei servizi idrici: in Italia "scompare" il 42 per cento dell'acqua immessa in rete, aggravando i problemi di cattiva qualità del servizio e dei rubinetti a secco che colpiscono milioni di famiglie, soprattutto al Sud. La più aggiornata analisi del settore per il 2002 evidenzia una situazione più grave di tre anni fa, quando l'acqua "dispersa" risultava "solo" il 30 per cento. Il rapporto sarà presentato a fine mese al Parlamento nella consueta relazione annuale del comitato di vigilanza sulle risorse idriche. Dallo studio emerge che a nove anni dalla riforma del settore dell'acqua, si registrano ritardi drammatici: il 16% della popolazione non è ancora allacciato a servizi idrici e di depurazione. Grave è anche il problema della "perdita" di acqua, sia per gli allacci abusivi, sia per le reti "colabrodo", sia per l'acqua fatturata ma non erogata.
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