Scossa di terremoto sull'Appennino Tosco-Emiliano

BOLOGNA (1 mar. 2008) - Molta apprensione tra gli abitanti della zona, ma solo qualche lieve danno ad alcuni edifici, per uno sciame sismico che ha colpito in mattinata il crinale appenninico tosco-emiliano tra le province di Bologna e Firenze. I comuni più vicini all'epicentro sono stati Fiorenzuola, Scarperia, Barberino del Mugello, San Piero a Sieve e Munghe d'Oro.
Le scosse più forti, di magnitudo 4.2 della scala Richter, sono state registrate alle 8.43 e di nuovo esattamente un'ora dopo: molte persone sono uscite dalle abitazioni, nelle scuole sui due versanti le lezioni sono state sospese, gli operai al lavoro nella galleria Badia della Variante di valico a San Benedetto Val di Sambro (Bologna) hanno sospeso temporaneamente l' attività, ma dopo le verifiche tutto è tornato alla normalità.
Tra gli edifici che hanno riportato qualche crepa anche i palazzi comunali di Palazzuolo sul Senio, nel Mugello, e Castiglione dei Pepoli, sull'Appennino bolognese. In quest' ultimo municipio, in particolare, la Protezione civile ha istituito il Centro operativo misto per monitorare la situazione e ricevere eventuali segnalazioni di danni, per disporre poi i sopralluoghi tecnici.
Sono state complessivamente una decina, in meno di tre ore, le scosse dello sciame di magnitudo superiore a 3, oltre a numerose altre; la prima è stata registrata dagli strumenti alle 6.15, l'ultima alle 11.07 con magnitudo 2.5.
La scossa delle 8.43 aveva una profondità di 5,5 km - ha riferito il responsabile della Protezione civile emiliano-romagnola, Demetrio Egidi - ed è stata avvertita anche nei piani alti a Bologna e Firenze, le altre sono state registrate a una profondità di dieci km. In via precauzionale sono state chieste ordinanze per l' evacuazione delle scuole nel Mugello e due abitazioni sono state evacuate, sempre a scopo preventivo, a Firenzuola; usciti dalle aule anche gli studenti di Castiglione dei Pepoli, San Benedetto Val di Sambro, Monzuno e Monghidoro, sul versante emiliano.

Molti sull'Appennino bolognese hanno ricordato con apprensione la scossa del 14 settembre 2003, che fu del quinto grado della scala Richter e provocò danni ingenti e l' evacuazione di decine di persone. "Si tratta di un fenomeno inconsueto ma nulla di grave - ha commentato Mauro Dolce, responsabile del settore sismico del Dipartimento della Protezione civile - anche se in passato si sono verificate proprio nella stessa zona situazioni simili".
Nel pomeriggio la Protezione civile dell'Emilia- Romagna ha confermato che non sono stati rilevati danni nell'Appennino bolognese a causa dello sciame sismico, a parte alcune piccole crepe già rilevate stamane nel palazzo comunale e nella sede della Polizia municipale di Castiglione dei Pepoli. Un'ulteriore scossa, la tredicesima dalla prima mattinata, di magnitudo 2.8 è stata registrata dopo le 16, "ma questo - ha ribadito il responsabile della Protezione civile regionale, Demetrio Egidi, che nelle ultime ore ha compiuto un sopralluogo in Appennino - è un fatto positivo, perché conferma il progressivo abbassamento dell'energia accumulata senza scosse di rilevante entità.
La gente magari si preoccupa per il ripetersi delle scosse, ma in realtà è una situazione di scarico che va letta in chiave positiva".
Egidi ha detto che anche i controlli compiuti nei cantieri della Variante di valico e dalle Fs sulla linea Direttissima Bologna-Firenze hanno escluso qualsiasi tipo di problema. Le scosse non hanno provocato direttamente feriti; solo una donna di 72 anni, residente a Castiglione, presa dal panico questa mattina ha cercato di uscire in fretta da casa ed è caduta, riportando alcune contusioni che le sono state medicate all'ospedale.
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